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La sofferenza delle galline ovaiole negli allevamenti, l’atroce scoperta di uno studio svizzero

Pubblicato: 02/03/2022 07:31

Uno studio ha messo in luce le terribili condizioni di salute in cui versano le galline all’interno degli allevamenti per la produzione di uova, rivelando un aspetto finora poco considerato. Ecco cosa è stato scoperto e cosa dicono i numeri dell’industria delle uova.

Galline da uova, la sconvolgente scoperta dello studio svizzero

Lo studio è stato condotto dall’Università di Berna, in Svizzera, e ha permesso di svelare le condizioni di salute in cui si trovano le galline allevate per le loro uova. In 10 mesi sono state prese in esame 150 galline ovaiole, a cui sono state effettuate delle radiografie. L’esito è stato sconvolgente: il 97% di queste galline aveva lo sterno spezzato e presentava almeno 3 ossa rotte. Alcune di loro avevano fino a 11 ossa rotte, una condizione che non solo provoca una sofferenza indicibile ma rende impossibili anche i movimento più semplici. I ricercatori coinvolti nello studio hanno collegato le loro condizioni di salute ai ritmi di produzione delle uova a cui sono sottoposte negli allevamenti.

Gli effetti della produzione di uova sulla salute delle galline

In media, una gallina ovaiola arriva a produrre 323 uova all’anno in media, cioè poco meno di un uovo al giorno. Lo studio evidenzia come la gallina ricavi dalla proprie ossa il calcio necessario per formare il guscio e ipotizza che il risultato delle radiografie sia dovuto proprio alla sovrapproduzione di uova. A causa di questi ritmi devastanti, che iniziano quando le galline sono molto giovani e non hanno dunque ossa sviluppate a sufficienza, le ossa di questi animali non avrebbero tempo sufficiente per ricostituirsi e diventerebbero quindi porose. Lo studio ha preso in esame anche allevamenti biologici e ha mostrato un aspetto finora non considerato di un’industria contro cui si battono da tempo le associazioni e le organizzazioni animaliste. Animal Equality è impegnata da anni a denunciare gli effetti degli allevamenti intensivi sulle galline ovaiole e, come ha commentato la direttrice esecutiva di Animal Equality Italia Alice Trombetta, “Lo studio realizzato dall’Università di Berna è la riprova che si tratta di un sistema produttivo ancora troppo basato sullo sfruttamento che non tiene adeguatamente conto del benessere delle galline e che genera al contrario inutile sofferenza, in contrasto con qualsiasi forma di benessere animale”. In Italia, sono circa 40.000.000 le galline coinvolte nell’industria delle uova e il 40% di loro è costretta in gabbie talmente anguste da non consentire loro di aprire le ali o di muoversi in libertà.