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Che cosa sono i corridoi umanitari e dove si stanno dirigendo i profughi della guerra in Ucraina

Pubblicato: 08/03/2022 16:30

Per aiutare i cittadini e le famiglie travolte dalla guerra in Ucraina si stanno attivando numerosi corridoi umanitari. Anche l’Italia è tra i Paesi che si stanno organizzando per offrire accoglienza. Ma che cos’è esattamente un corridoio umanitario e come stanno funzionando quelli attivati nel corso della guerra tra Russia e Ucraina?

Cosa sono i corridoi umanitari e come funzionano

I corridoi umanitari sono uno strumento che permette di trasferire persone particolarmente vulnerabili, per esempio donne con bambini oppure anziani e disabili, in modo sicuro e legale. Un corridoio umanitario comprende anche l’integrazione e l’accoglienza di chi proviene da contesti di guerra o di emergenza. Per attivare un corridoio umanitario, occorre la proposta di un’associazione che predisponga una lista di possibili beneficiari. Queste associazioni hanno spesso contatti diretti nei Paesi interessati dai conflitti o dalle emergenze. Le segnalazioni così raccolte sono affidate ai controlli del Ministero dell’Interno. In seguito ai controlli, i possibili beneficiari sono segnalati alle autorità consolari presenti nei Paesi interessati. Sono quindi i consolati a rilasciare dei visti umanitari con validità territoriale limitata, così che le persone beneficiarie possano accedere al Paese di arrivo. Quando i rifugiati arrivano a destinazione, per esempio in Italia, possono contare sull’accoglienza e sull’ospitalità delle associazioni e dei soggetti che hanno avviato il corridoio umanitario. In genere, a questo punto si può procedere all’integrazione dei rifugiati, che impareranno la lingua del Paese che li ospita e potranno continuare il loro percorso scolastico.

Dove sono i principali corridoi umanitari con l’Ucraina e quanti profughi hanno già lasciato il Paese

I corridoi umanitari sono stati protagonisti durante la recente presa di potere dei talebani in Afghanistan e sono ora tornati alla ribalta negli ultimi giorni in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina. Attivare un corridoio umanitario impedisce che i profughi incappino nei trafficanti di esseri umani e nei “viaggi della morte”. Inoltre, permette di entrare legalmente in un Paese sicuro. Nel contesto della guerra in Ucraina, le destinazioni principali sono Polonia, Romania, Ungheria, Moldavia e Slovacchia. L’ONU stima che dall’inizio del conflitto i profughi siano più di 2.000.000. Oltre 1.200.000 hanno trovato rifugio in Polonia, circa 210.000 sono stati ospitati in diversi Paesi europei, 191.000 hanno raggiunto l’Ungheria, più di 140.000 la Slovacchia e oltre 160.000 sarebbero arrivati in Romania e Moldavia. Nei posti di confine si sarebbero inoltre create code lunghe fino a 24 ore. Una volta superati i confini dell’Ucraina, i rifugiati sono accolti in strutture come scuole e centri conferenze, oppure campi di fortuna. A volte sono ospitati in case private.

La proposta di corridoi umanitari dalla Russia e il rifiuto dell’Ucraina: che cosa è successo

La Russia ha avanzato la proposta di organizzare corridoi umanitari per consentire l’evacuazione di civili dalle città colpite più duramente dai bombardamenti, a partire dal 10 di mattina del 7 marzo. Una proposta che il governo ucraino ha rifiutato nella stessa giornata, bollandola come “completamente immorale”. I corridoi umanitari russi avrebbero dovuto partire da 4 città, Kiev, Kharkiv, Mariupol e Sumy, ma avrebbero condotto i civili direttamente in territorio russo oppure bielorusso. Solamente da Mariupol e Sumy sarebbe stato possibile raggiungere altre destinazioni in territorio ucraino. Inoltre, secondo quanto denunciato dal Ministero della Difesa ucraino, le forze russe avrebbero aperto il fuoco nella direzione del corridoio umanitario che collega Mariupol a Zaporizhzhia. Sarebbero 300.000 i civili bloccati a Mariupol, secondo il Ministro degli Esteri dell’Ucraina. Al momento, l’ONU stima in poco più di 99.000 i cittadini ucraini rifugiati in Russia e in appena 453 quelli che si trovano in Bielorussia.