Le scuole italiane sono pronte ad accogliere i bambini in fuga dall’Ucraina. Per loro si prepara un piccolo ritorno alla normalità tra lezioni da seguire e coetanei con cui fare amicizia: ecco come funzionerà questo piano disposto dal Ministero dell’Istruzione.
Bambini e ragazzi ucraini accolti dalle scuole italiane, il progetto del Ministero dell’Istruzione
Il ritorno a scuola per continuare a studiare, formarsi e ritrovare una piccola parte di quella quotidianità strappata dalla guerra. La strategia del Ministero dell’Istruzione lavorerà per far integrare i bambini, fuggiti dall’Ucraina assieme alle loro mamme, fornendo allo stesso tempo supporto psicologico e linguistico. Negli ultimi giorni, l’Italia accoglie almeno 3.000 persone in fuga dalla guerra ogni giorno, e si tratta soprattutto di donne e minori. Il primo passo è accoglierli nelle scuole italiane: il Ministero dell’Istruzione ha già stanziato 1.000.000€ che saranno destinati alle istituzioni scolastiche impegnate nell’accoglienza di bambini e ragazzi ucraini. I fondi serviranno soprattutto per coprire le spese di mediazione culturale, linguistica e di accoglienza, e saranno distribuiti sulla base delle esigenze segnalate dagli Uffici scolastici del territorio e dalle Prefetture.
Il “primo giorno” di scuola dei ragazzi ucraini a Bologna
I primi studenti fuggiti dall’Ucraina sono stati accolti a scuola a San Lazzaro, vicino a Bologna. Sono in 12 e hanno tra i 6 e i 12 anni, ospiti assieme alle loro mamme all’Unawy hotel, un albergo Covid convertito per ospitare i profughi della guerra. A dare loro il benvenuto, tanti coetanei e le bandiere della loro Ucraina, ma anche il materiale scolastico donato dai cittadini. Per loro sarà avviato anche un percorso con psicologi e pedagogisti, mentre tra pochi giorni saranno inseriti anche i bimbi più piccoli nelle scuole dell’infanzia. Gli istituti scolastici che intendono partecipare all’accoglienza dei bambini e dei ragazzi provenienti dall’Ucraina, attivando mediatori linguistici e culturali, potranno fare affidamento sugli Uffici Scolastici regionali. Il Ministero dell’Istruzione avrebbe raccomandato la possibilità di utilizzare in via sperimentale materiale didattico bilingue oppure nella lingua madre dei ragazzi.