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Caro carburante, in arrivo protesta dei tir in tutta Italia: le motivazioni dello sciopero del 19 marzo

Pubblicato: 10/03/2022 16:46

Camionisti italiani in sciopero contro il caro carburante, il mercato degli autotrasporti potrebbe paralizzarsi completamente. Quali sono le motivazioni dello sciopero annunciate da Unitras e cosa chiedono i camionisti.

Sciopero tir, proteste in tutta Italia il 19 marzo: cosa succede

L’Ansa riporta la data fissata per lo sciopero contro il caro carburante e per “i mancati segnali del governo“. L’Unatras annuncia per il 19 marzo manifestazioni degli autotrasportatori in tutta Italia. Le parole dell’unione delle associazioni dell’autotrasporto: “La situazione è diventata drammatica e continuando a tergiversare, il Governo si assume il rischio che nascano nuovamente iniziative spontanee di protesta, nonché la responsabilità di lasciare committenze senza rifornimenti.” Per questo motivo, “Le manifestazioni del 19 marzo rappresentano il primo passo di una vertenza che, se malauguratamente restasse senza risposte, potrebbe sfociare in ulteriori e più incisive iniziative“. 

Sciopero contro il caro carburante, cosa succede al prezzo della benzina

Molti distributori hanno superato la soglia di due euro al litro. L’aumento dei prezzi non si è fermato e potrebbe continuare anche nei prossimi giorni, con conseguenze notevoli soprattutto per gli autotrasportatori. L’invasione russa in Ucraina è soltanto una delle cause scatenanti dell’aumento dei prezzi del carburante, legato all’andamento di molti altri indicatori che a loro volta possono essere influenzati direttamente o indirettamente dal conflitto in corso. Sicuramente ad influenzare il rialzo dei costi è la generalizzata inflazione che si sta verificando nel nostro paese. Inoltre c’è il nodo dell’elevata tassazione, tutti i Paesi tassano il carburante, ma l’Italia resta in testa alla classifica per il peso fiscale a litro: un impatto di circa 1€ a litro, come ha stimato un’indagine di Federcontribuenti. La situazione è piuttosto complessa per via dell’incertezza generale e soprattutto perché è difficile capire quali saranno le conseguenze delle pesanti sanzioni decise da paesi e aziende occidentali nei confronti della Russia, uno dei maggiori produttori mondiali di energia.