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Figlia minorenne ceduta a un amico di famiglia in cambio di soldi e cibo: la scoperta a Catania

Pubblicato: 11/03/2022 11:43

Un’indagine dei Carabinieri, in provincia di Catania, avrebbe portato a galla un tessuto di abusi ai danni di una minorenne. Secondo quanto ricostruito, la giovane, 14 anni, sarebbe stata costretta dai genitori ad avere rapporti sessuali con un amico di famiglia, ceduta in cambio di soldi e cibo. La scoperta avrebbe portato all’esecuzione di 3 arresti.

Figlia minorenne ceduta a un amico di famiglia in cambio di soldi e cibo, arresti a Catania

Padre e madre avrebbero usato come “merce di scambio” la figlia 14enne cedendola a un amico di famiglia che sarebbe risultato essere anche il padrino di cresima della vittima. La ragazza sarebbe stata costretta dai genitori a convivere con l’uomo e ad avere rapporti sessuali in cambio di soldi e cibo.

Questo, riferisce Ansa, il quadro di drammatici elementi che sarebbe emerso all’esito delle indagini condotte dai militari su una vicenda dai contorni ancora tutti da chiarire. La scoperta del tessuto di presunti abusi ai danni della minorenne sarebbe avvenuta attraverso un’intercettazione della Dda della Procura di Catania. L’attività investigativa avrebbe portato all’arresto dei genitori e dell’uomo.

Cedono la figlia a un amico per rapporti sessuali in cambio di soldi: le accuse a carico dei 3 indagati

I 3, attualmente indagati, sarebbero residenti nella provincia di Catania e a loro carico i militari del Comando provinciale etneo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. I reati ipotizzati, riferisce ancora l’agenzia di stampa, vanno da quelli di concorso in riduzione in schiavitù, atti sessuali con minorenne, violenza sessuale e sequestro di persona a quelli di cessione di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi clandestine, ricettazione e minaccia a pubblico ufficiale.

Ansa riporta inoltre un passaggio di quanto spiegato dalla Direzione distrettuale antimafia sulle indagini, che avrebbero permesso di scoprire “spregevoli condotte dei due genitori nei confronti di una delle figlie minorenni“. Una situazione che sarebbe maturata, avrebbero aggiunto gli inquirenti, in “un contesto familiare assai degradato nell’ambito del quale il padre e la madre della vittima, in ragione della situazione di grave indigenza economica e dimostrando un’assoluta incapacità genitoriale, avrebbero esercitato nei confronti della figlia poteri corrispondenti al diritto di proprietà” costringendola sotto violenza e minaccia ad avere rapporti con il padrino.