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Marco Zennaro è tornato in Italia dopo un anno di sequestro in Sudan: l’imprenditore atterrato a Fiumicino

Pubblicato: 12/03/2022 12:36

Si è concluso l’incubo di Marco Zennaro, imprenditore veneziano trattenuto per un anno in Sudan, dove è stato imprigionato a seguito delle accuse di frode da parte di alcuni partner d’affari. Un aereo lo ha riportato a Fiumicino, dove è atterrato alle 10 di questa mattina dopo diversi imprevisti durante la partenza da Khartoum. Esprime soddisfazione il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che lo avrebbe sentito telefonicamente, nonostante le critiche rivolte alla Farnesina da parte del padre dell’imprenditore, che ha però dichiarato di apprezzare quanto fatto per lui dal Ministero degli Esteri.

Marco Zennaro a Fiumicino: il ritorno in Italia dopo un anno di sequestro in Sudan

La gioia per la conclusione di questa vicenda viene espressa da Cristiano, il padre di Marco Zennaro, che ha confermato poche ore fa il ritorno del figlio dal Sudan. “Dopo 361 giorni finalmente l’incubo è finito“, ha dichiarato l’uomo ad Adnkronos, “Ringrazio mio figlio per essere sopravvissuto a quei 75 terribili e infernali giorni di detenzione“.

Marco Zennaro ha preso questa mattina un volo della Turkish Airlines che da Istanbul lo ha portato all’aeroporto di Roma Fiumicino, dopo il viaggio dalla capitale del Sudan Khartoum. Diversi imprevisti causati dalle condizioni meteorologiche ne hanno ritardato l’arrivo, ma l’imprenditore veneto è infine tornato in Italia, accompagnato da Luigi Vignali, direttore generale per gli italiani all’estero della Farnesina, come riporta l’ANSA.

Le prime parole dell’imprenditore: “La fine di un incubo”

Accolto dalla stampa al suo arrivo, Marco Zennaro ha dichiarato di essere “astrattamente felice, perché devo ancora rendermi conto di quanto mi è successo. Anche negli ultimi giorni, è stato così difficile tornare in Italia: tempeste di sabbia, tempeste di neve… È un’avventura che si è conclusa bene, grazie al lavoro e al supporto di tante persone. Un incubo diventato odissea che si conclude oggi nella maniera più consona. Volevo ringraziare mia moglie, che ha tenuta salda la famiglia, composta da 3 magnifici bambini“.

Il padre di Marco Zennaro: il sequestro in Sudan “fallimento della Farnesina”

L’imprenditore è rimasto in Sudan un anno, a causa di una lite con partner commerciali, subendo anche l’incarcerazione per più di un mese. Zennaro era volato nel Paese proprio per risolvere la diatriba, finendo però letteralmente sotto sequestro. La famiglia ha pagato centinaia di migliaia di euro per la sua restituzione, una somma raccolta anche grazie alla raccolta fondi di Unioncamere Veneto.

Critico il padre Cristiano con la gestione della vicenda da parte della Farnesina: “Devo purtroppo denunciare il totale fallimento dell’istituzione italiana che incomprensibilmente non ha voluto risolvere un palese sequestro di persona a scopo di estorsione“, ha dichiarato, “Mi auguro che la Farnesina abbia il pudore di non rilasciare retorici comunicati perché se Marco è uscito da quell’inferno lo deve solo ed esclusivamente a sé stesso“. Marco Zennaro ha però ringraziato il Ministero degli Esteri, dichiarando di dissociarsi “completamente da quanto ho letto sui giornali. La Farnesina ha fatto quanto poteva fare. Non mi sento abbandonato da nessuno, non si può chiedere quello che non si può avere“.

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