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Traffico di trofei di caccia: l’Italia prende una posizione. Una proposta di legge per fermarlo

Pubblicato: 13/03/2022 00:05

Il primo disegno di legge che vieta le importazioni ed esportazioni dei trofei da caccia è stato presentato alla Camera dei Deputati. Negli ultimi anni i cacciatori italiani si sono resi complici di un’attività molto diffusa in Europa e che mette ancora più a rischio d’estinzione la fauna protetta. Tra i firmatari della legge ci sono Vittorio Ferraresi e Francesca Flati di M5S che, con l’appoggio di Humane Society International, vogliono coinvolgere l’Italia nella tutela di tali specie e nella salvaguardia dell’ecosistema.

La prima proposta di legge contro l’importazione ed esportazione dei trofei di caccia

Potrebbe essere un primo passo per l’Italia per tutelare la biodiversità e contrastare la mercificazione dei trofei da caccia di animali in via d’estinzione. La proposta di legge presentata alla Camera dei deputati intende porre un’accento alla responsabilità dell’Italia nelle importazioni ed esportazioni di trofei da caccia. Soprattutto, tende a frenare l’operato di quei cacciatori italiani che uccidono specie in vie d’estinzione, appropriandosi di una parte o del corpo intero dell’animale, con l’obiettivo di conservarlo ed esibirlo sotto forma di souvenir in casa.

Cosa prevede il disegno di legge

Con trofei di caccia si intende la tendenza dei cacciatori di conservare parti di animali o animali interi appartenenti a specie minacciate per esporli in casa, imbalsamati o come tappezzeria. In occasione del World Wildlife Day, i deputati Vittorio Ferraresi e Francesca Flati del M5S insieme a Martina Pluda, direttrice per l’Italia di Humane Society International non si sono tirati indietro di fronte ai sconcertanti dati del rapporto 2021 pubblicato da HSI/Europe, che evidenzia la grossa responsabilità dell’Italia nel traffico di trofei da caccia. Riuniti nella Camera i portavoce del M5S hanno presentato una modifica alla legge nr. 150/1992 che mira a tutelare le specie animali a rischio estinzione. Il disegno di legge prevede due provvedimenti:

  • Un formale divieto di importazione, esportazione e riesportazione di trofei di caccia delle specie minacciate;
  • In caso di reato l’arresto fino a tre anni e un’ammenda fino a 200.000 euro, sale a 300.000 euro in casi di recidiva; nonché il sequestro dei trofei di caccia che saranno distrutti o utilizzati a fini didattici.

In 4 anni importati 322 trofei di specie a rischio estinzione

L’Italia è stato il primo Paese europeo per importazioni di rinoceronti, 127 solo nel 2018. Tra le altre specie troviamo ancora: elefanti africani, leopardi e un rinoceronte nero (tra le specie in pericolo critico). I numeri non si sono azzerati nemmeno in questi anni di pandemia. Sempre nel rapporto pubblicato da HSI/ Europe, dal 2014 al 2018 i cacciatori italiani hanno importato 322 trofei di caccia di 23 specie diverse di fauna protette.

La Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione ha stimato un aumento del rischio da 100 a 1000 volte superiore alle probabilità derivanti dal tasso di sparizione fisiologico e naturale delle specie.

I cittadini italiani si schierano con il divieto: bisogna azzerare il numero di trofei di caccia

Attualmente l’importazione dei trofei di caccia è legale in Italia. Con tale disegno di legge si vuole contrastare l’attività venatoria contro le tante specie protette in modo da tutelare la fauna e salvaguardare il nostro ecosistema. Sempre nel rapporto di HSI/Europe, la proposta ha trovato ampia approvazione anche da parte dei cittadini italiani: L’86% degli intervistati, infatti, si oppone fermamente ai trofei di caccia; il 74% vuole che venga attuato il divieto per l’importazione ed esportazione di tali trofei.

La portavoce di HSI Martina Pluda ha dato il suo punto di vista sulla situazione. “Con questa proposta di legge diamo all’Italia la possibilità di schierarsi dalla parte della fauna selvatica (…); – ha commentato – azzerando il numero di animali protetti cacciati per divertimento, mercificati e importati quali macabri trofei in Italia per poter essere appesi sopra un caminetto, come motivo di vanto.