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Etichettatura nazionale, il progetto non convince chi tutela il benessere animale: le richieste delle associazioni

Pubblicato: 23/03/2022 07:38

Numerose associazioni si sono scagliate contro il recente progetto di etichettatura nazionale promosso dai Ministeri della Salute e delle Politiche agricole. Al centro della polemica c’è la scarsa attenzione che verrebbe posta sul benessere degli animali. Ecco quali sono le motivazioni e le proposte delle associazioni.

Etichettatura nazionale, perché non convince le associazioni che tutelano il benessere degli animali

Le 14 associazioni che hanno aderito alla Coalizione contro le #BugieInEtichetta non sono soddisfatte del progetto di etichettatura nazionale, che dovrebbe avvenire su base volontaria e che sarà finanziato utilizzando i fondi pubblici provenienti dal PAC e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Secondo le associazioni coinvolte, tra cui figura anche Animal Equality, l’etichetta Sistema di Qualità Nazionale Benessere Animale (SQNBA) non è in grado di favorire un reale cambiamento dal modello degli allevamenti intensivi né di perseguire gli obiettivi di sostenibilità e transizione ecologica del PNRR e del PAC. Questo modello intensivo è peraltro basato sull’importazione di materie prime dall’estero ed è quindi soggetto a speculazioni, rincari e oscillazioni di prezzo come quelle che stanno caratterizzando gli ultimi mesi. Soprattutto, non sembra in grado di garantire una maggiore attenzione al benessere e al diritti degli animali.

Le proposte delle associazioni per il progetto di etichettatura nazionale

La proposta di etichettatura nazionale SQNBA ha visto coinvolti i Ministeri della Salute e delle Politiche Agricole e Accredia. È stato istituito tramite il Decreto Rilancio a luglio 2020 e ha più volte visto la richiesta di miglioramenti, secondo quanto riferiscono le associazioni. Per poter davvero tutelare il benessere degli animali, questo progetto di etichettatura dovrebbe: considerare per ogni specie animale le condizioni di trasporto e la densità di animali più adatte; scollegare il benessere animale dalla diminuzione delle emissioni di gas serra indicata in etichetta; introdurre almeno 5 diversi livelli di certificazione per ogni specie, come avviene per esempio con le uova, così che i consumatori possano stabilire dei confronti e prendere decisioni informate. Le associazioni domandano anche che siano istituiti dei controlli non annunciati sia per gli operatori coinvolti nella produzione primaria, sia per quelli che operano nel settore alimentare. Tali controlli dovrebbero essere effettuati ogni anno, non ogni 3 anni come disposto dal Decreto Rilancio.

Cosa dicono le associazioni che lottano per la tutela dei diritti animali

Queste richieste di revisione del Decreto sono rivolte direttamente ai Ministri Roberto Speranza e Stefano Patuanelli. Il progetto di etichettatura nazionale SQNBA “che lascerebbe il Made in Italy sulla strada del vecchio modello di produzione ai danni di animali, ambiente e clima”, secondo le associazioni. In più, svaluterebbe “completamente gli impegni già presi da produttori e aziende che stanno realmente lavorando su politiche di miglioramento del benessere animale, favorendo invece chi lavora ai margini degli standard minimi di legge”. In questo modo c’è il rischio concreto che si crei “una sorta di concorrenza sleale e una comunicazione istituzionale molto fuorviante per i consumatori”. Per questi motivi, le associazioni lo definiscono un inganno nei confronti dei cittadini e dei consumatori.

Ultimo Aggiornamento: 29/03/2022 14:12