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Afghanistan, non riaprono le scuole per bambine e ragazze: la decisione dei talebani e le lacrime delle studentesse

Pubblicato: 24/03/2022 14:45

Dopo la presa di potere dei talebani in Afghanistan, si attendeva il rientro a scuola delle studentesse di tutto il Paese. Secondo quanto dichiarato dal nuovo governo, infatti, sarebbero stati rispettati i diritti all’educazione di tutti in modo paritario. Quanto avvenuto il primo giorno di scuola, però, lascia trapelare una realtà diversa.

Primo giorno di scuola per le studentesse in Afghanistan: che cos’è successo

A fine febbraio, i talebani in Afghanistan avevano annunciato che l’anno scolastico per le bambine e le ragazze sarebbe ricominciato in occasione del primo giorno del nuovo anno nel calendario solare Hijri. La data prefissata era quindi il 22 marzo. Quel giorno, una troupe dell’agenzia France Presse ha ripreso il momento del ritorno alla scuola Zarghona nella capitale Kabul per le ragazze di età compresa tra 12 e 19 anni. Prima che potessero iniziare le lezioni, l’insegnante ha ordinato a tutte le ragazze di tornare a casa. Le studentesse hanno obbedito tra le lacrime, senza sapere se e quando potranno tornare di nuovo tra i banchi.

Le motivazioni fornite dai talebani per la chiusura delle scuole femminili

In Afghanistan, l’istruzione dei ragazzi è ripresa appena 2 mesi dopo l’insediamento dei talebani. Le ragazze, invece, hanno atteso questo momento per più di 7 mesi. Ora, a loro è consentito accedere solamente alle scuole elementari, mentre tutti gli altri edifici scolastici femminili sono stati chiusi rimandando a casa le allieve. Per il momento, quindi, alle ragazze afghane non è consentito frequentare le scuole medie e nemmeno le superiori.

Il portavoce talebano Inamullah Samangani ha confermato a France Press questa decisione, mentre le autorità talebane hanno fatto sapere che intendono prendersi più tempo per assicurarsi che le ragazze tra i 12 e i 19 siano separate dai ragazzi, che gli edifici femminili siano gestiti in base ai principi islamisti e che l’abbigliamento delle studentesse sia “consono” alla Sharia e alla cultura afghana. Questa decisione è arrivata nonostante gli impegni presi con la comunità internazionale di assicurare il rispetto dei diritti delle donne, compreso quello all’istruzione, e ha ricevuto parole di condanna dal delegato Onu in Afghanistan e dall’incaricato d’affari degli Stati Uniti nel Paese.

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