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Exor punta sulle startup italiane: 150mila euro ai migliori progetti alla ricerca del nuovo unicorno

Pubblicato: 01/04/2022 10:38

Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann si è detta pronta a puntare sulle aziende emergenti italiane. Il gruppo che controlla tra gli altri Stellantis e la Juventus, con un comunicato ufficiale, ha annunciato il lancio di un’iniziativa volta a supportare le start-up in via di sviluppo e i nuovi imprenditori del bel paese.

Tramite la Exor Seeds, il braccio della Exor dedicato al venture capital, investirà in startup italiane in fase seed e pre-seed con un finanziamento di 150mila euro in conto capitale, un processo decisionale efficiente e veloce in massimo 2 settimane e termini contrattuali vantaggiosi per l’imprenditore.

Il tutto senza pretendere alcuna rappresentanza nel consiglio d’amministrazione delle nuove società. In cambio prenderà una quota societaria che sarà tra il 5 e il 7% circa.

Una scelta dettata per dare sostegno all’innovazione. Exor con il suo programma aiuterà le imprese a diventare grandi, a liberare il grande potenziale che la tecnologia italiana ha, ma che spesso resta latente a causa di una forte burocrazia e difficoltà a trovare investitori capaci di credere nel progetto.

La strategia di Exor mira alla ricerca dei nuove aziende unicorno

Ovviamente non si tratta di beneficenza, ma di una strategia ben precisa. L’Italia vanta circa 5 anni di ritardo dagli altri paesi europei in startup. Complessivamente nel vecchio continente ci sono all’attivo circa 70 aziende unicorno, ovvero società che hanno superato il miliardo di euro di valutazione. La metà sono attive nel settore fintech ed ubicate nel Regno Unito come ad esempio Revolut, Sumup, Starling Bank, Checkout.com, Monzo, giusto per citarne alcune.

In Italia le aziende unicorno si contano sulle dita di una mano: ce ne sono soltanto due. La prima azienda unicorno italiana è stata Yoox, fondata nel 2000 da Federico Marchetti. La seconda più recente è la Depop, startup di social shopping per comprare e vendere capi vintage, venduta per 1,6 miliardi di euro.

Quindi ragionando in prospettiva nel medio e lungo periodo, facile immaginare che diverse startup italiane possano fare il salto di qualità nei prossimi anni superando il miliardo di quotazione. E quindi quale miglior modo per Exor di restare sul pezzo non facendosi trovare impreparati? Semplicemente investendo in tutte o quasi le aziende in rampa di lancio. Un modo per dare liquidità ed esperienza per far esprimere loro tutto il potenziale.

Quanto investirà Exor Seeds?

Secondo il presidente Diego Piacentini l’obiettivo è un investimento a settimana che moltiplicato per un anno fanno poco più di 8 milioni di euro e una cinquantina di start up aiutate.

Se solo una di queste riuscirà a diventare unicorno, a conti fatti diventa evidente che la partita per Exor sarà stravinta portandosi a casa un grosso guadagno.

Exor Seeds ha già investito in circa 60 startup nel mondo, sa benissimo quindi come si fa. Adesso ha deciso di farlo anche in Italia in un’iniziativa nuova, mai provata prima da nessuno. Una volta la famiglia Agnelli era collegata soltanto al settore automobilistico. Da qualche anno ha attuato una politica di diversificazione per accrescere ulteriormente il proprio business. E se accadrà come crede, ovvero che nei prossimi anni l’Italia sarà campo fertile per la nascita di nuovi unicorni si potrà dire di aver vinto l’ennesima sfida.