Vai al contenuto

Carabinieri accusati di stupro su due studentesse americane: pena ridotta per i due militari

Pubblicato: 06/04/2022 14:19

La Corte di Cassazione ha confermato con sentenza la condanna a carico dell’ex appuntato dei carabinieri Marco Camuffo, mentre in Appello è arrivata la condanna per Pietro Costa. La vicenda risale al 2017 quando la pattuglia composta dai due militari, facendo una sosta in piazzale Michelangelo a Firenze, ha incontrato le due studentesse.

Nei pressi c’era un locale, i due si sono offerti di riportare le studentesse presso il loro alloggio in centro, accompagnandole fino a casa dove sarebbe avvenuta la violenza.

Studentesse americane stuprate: sentenza definitiva per Marco Camuffo

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a carico dell’ex appuntato dei carabinieri Marco Camuffo ma stabilendo una riduzione di pena di due mesi rispetto a quella inflitta dalla Corte d’Appello di Firenze, per un totale di 4 anni e 6mesi, la riduzione prevede anche concessione delle “attenuanti generiche prevalenti sull’aggravante”, si legge su Ansa.

Condanna in appello anche per Pietro Costa

Anche il secondo militare coinvolto nella vicenda, Pietro Costa, ha ricevuto nella giornata di ieri la sentenza in appello promulgata dalla Corte d’Appello di Firenze. Per lui è stata confermata la condanna ma la pena è stata ridotta a 4 anni da 5 e 6 mesi che era inizialmente; anche per lui è stata esclusa l’aggravante della violazione dei dover d’ufficio, reato per il quale, riferisce AdnKronos, Costa era stato già condannato dal Tribunale Militare insieme a Camuffo.

La denuncia delle studentesse contro i carabinieri

I fatti risalgono alla notte tra il 6 e il 7 settembre 2017; i due carabinieri erano di pattuglia in zona piazzale Michelangelo. È lì che, nei pressi di una discoteca, avrebbero incontrato le due studentesse americane. Le giovani all’epoca 20enni erano in stato di alterazione da sostanze alcoliche, i due militari si sarebbero offerti di portarle a casa caricandole sull’auto di servizio, in questo modo violando gli ordini superiori in quanto la loro presenza a bordo dell’auto era illegittima.

Una volta arrivati in zona centro a Firenze, secondo la tesi sostenuta dalla pm Ornella Galeotti ai tempi a capo dell’indagine, i due sarebbero saliti in casa e avrebbero abusato sessualmente delle giovani approfittando del ruolo di carabiniere in servizio. Nel corso delle indagini sono stati diversi gli elementi di prova raccolti contro i due militari, come ad esempio le tracce di DNA e liquido seminale sugli abiti delle ragazze. I due carabinieri hanno confermato il rapporto sessuale ma dichiarando che fosse consenziente. Secondo il capo di imputazione i due carabinieri avrebbero agito in modo “repentino e inaspettato” si legge sempre su Adn.