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Bruciato vivo per i soldi dell’assicurazione e riconosciuto grazie al Green Pass: fermato il fratello a Napoli

Pubblicato: 12/04/2022 23:07

Svolta nel caso del corpo carbonizzato ritrovato pochi giorni fa a Lettere (provincia di Napoli) e riconosciuto grazie al Green Pass presente in auto. Le indagini hanno portato all’arresto del fratello: lo avrebbe ucciso per incassare i soldi dell’assicurazione. Gravissimi i reati contestati all’uomo.

Bruciato vivo e ritrovato in campagna: svolta nel caso di Domenico Martone

Il corpo di Domenico Martone, 33 anni, è stato trovato il 30 marzo: i carabinieri della Compagnia di Castellammare di Stabia hanno trovato sotto una tettoia nelle campagne di Lettere, provincia di Napoli, un cadavere carbonizzato. L’identificazione della salma è stata determinante per avviare le indagini: a pochi metri dal luogo di ritrovamento era stata trovata anche l’auto della vittima con alcuni documenti – tra cui il Green Pass – che hanno permesso di risalire a Martone. Fondamentali poi le immagini delle telecamere di sicurezza che hanno permesso di effettuare un arresto.

Arrestato il fratello della vittima: lo avrebbe ucciso per i soldi dell’assicurazione

Una volta identificato il corpo carbonizzato ritrovato a Lettere, le indagini si sono mosse alla svelta: i carabinieri hanno infatti arrestato il fratello di Domenico Martone, un 36enne fermato a Sant’Antonio Abate (Napoli) in quanto ritenuto il responsabile dell’omicidio. Secondo quanto riportato da Ansa, il quadro indiziario nei suoi confronti fa pensare ad un delitto spinto da motivi economici: il fratello avrebbe aggredito la vittima e gli avrebbe dato fuoco allo scopo di incassare i soldi di una polizza assicurativa.

La stessa fonte riferisce che sarebbe stato proprio il fratello a indurre Domenico Martone, un anno fa, a stipulare la polizza e indicare il 36enne come beneficiario della somma in caso di morte. Le accuse nei suoi confronti ora sono di omicidio aggravato dalla premeditazione, dai motivi abietti e dalla crudeltà. L’uomo è stato portato al carcere di Poggioreale: disposto il fermo, perché per gli inquirenti sussisteva un concreto pericolo di fuga.