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Scout vittime di abusi sessuali: non solo stupri, anche violenze, voyeurismo e pedo-pornografia

Pubblicato: 13/04/2022 07:33

Da sempre l’istituzione degli Scout è sinonimo di parole come avventura, esplorazione, scoperta del mondo, di sé e dall’altro. Recentemente però, un’inchiesta ha portato alla luce il lato oscuro dello scoutismo, fatto di abusi sessuali di ogni tipo. Ad oggi sono più di 200 le vittime individuate solo in Galles e Inghilterra e, nel 2020, due capi Scout sono stati condannati per abusi.

Bambini Scout vittime di abusi sessuali

L’inchiesta che ha portato alla scoperta dello scandalo sessuale che ha coinvolto bambini Scout è stata presentata da un team legale dello studio Bolt Burdon Kemp. Gli avvocati hanno creato una mappatura interattiva dei casi di abusi negli Scout, specificando come non sarebbe stato possibile raggiungere un tale risultato senza la collaborazione diretta dell’istituzione.

Sono 255 i casi certi di abusi emersi in Galles e nel Inghilterra, le vittime sono tutti bambini/e e ragazzi/e tra i 6 e i 14 anni mentre i carnefici sono stati individuati tra i capi Scout o comunque persone con responsabilità all’interno dell’istituzione. Tra i crimini perpetuati sono stati individuati: stupri, aggressioni sessuali, molestie sessuali, episodi di voyeurismo e creazioni di immagini pedo-pornografiche.

Le condanne: un 27enne e un 78enne colpevoli di abusi sessuali

Nel 2020 sono arrivate le prime condanne contro capi Scout ritenuti colpevoli di abusi. Il primo caso è quello è di Oliver Cooper, 27enne ex capo Scout ed ex soldato della Household Cavarly, condannato dalla Corte della Corona di Lewis nell’ottobre del 2020 dopo essere stato ritenuto colpevole di 3 capi d’accusa per violenza sessuale su una bambina di 6 anni e un capo d’accusa legato al voyeurismo.

Il suo arresto, si legge sulla testata locale The Argus, è arrivato a seguito di una lunga indagine partita dalla denuncia della vittima, alla quale poi ha fatto seguito una seconda, della quale non si conosce l’età. Durante tutta la durata del processo Cooper non ha mai mostrato segni di pentimento, anzi ha negato quanto gli veniva contestato. Eppure, durante l’indagine sul suo pc sono state trovate innumerevoli immagini di tipo pedo-pornografico. Cooper è stato condannato a 6 anni di carcere e l’inserimento nel registro dei criminali sessuali a vita.

Il secondo caso riguarda Graham Avinson, condannato il 23 novembre 2020 a 5 anni e 7 mesi di prigione e all’inserimento nel registro dei criminali sessuali dopo essere stato ritenuto colpevole di 4 capi d’accusa per violenza sessuale. Secondo quanto riportato sul registro della polizia di Manchester, Avinson, oggi 78enne, ha abusato di diversi ragazzini di 14 anni tra il 1991 e il 1995. Avinson aveva un metodo, aveva iniziato ad avvicinarsi alle sue vittime con regali, da piccoli a grandi come ad esempio della cioccolata e in alcuni casi anche una macchina. Il capo Scout era anche in possesso di una barca con la quale organizzava dei viaggi coast to coast e, proprio durante i pernottamenti in hotel, abusava sessualmente delle sue vittime.

Il detective sul caso, Wayne Marshall, ha definito Avinson “un predatore sessuale che ha abusato della sua posizione di superiorità, circuendo i ragazzi dalla più tenera età per poi abusarne, lasciandoli con cicatrici che rimarranno tutta la vita”.

Le vittime di abusi sessuali negli Scout potrebbero essere molte di più

Come riferito a The Guardian da Anne Hickson del team di avvocati del Bolt Burdon Kemp, le vittime potrebbero essere molte di più. Spiegando come funziona il lavoro di mappatura che stanno facendo, Hickson ha rivelato che si tratta di un procedura complessa e lunga basata su incroci di dati che comprendono anche gli episodi di cronaca che riguardano casi di abusi. Essendo basato su casi denunciati però, non sarà mai possibile avere un quadro completo perché non comprende quelli mai denunciati, ma anche casi in cui i molestatori non sono mai stati formalmente accusati e/o processati, o dove sono addirittura deceduti.

Gli Scout devono fare molto di più per proteggere la sicurezza dei più piccoli dai predatori sessuali” ha detto Hickson al The Guardian, aggiungendo che “Oggi esiste una cultura in cui gli abusi possano essere facilmente ed erroneamente facilitati e non attivamente prevenuti“. Il legale ha spiegato che si riferisce principalmente alla scelta di coloro che hanno ruoli di responsabilità all’interno dell’istituzione: “È importante ricordare che i capi Scout che commettono abusi sessuali contro gli Scout sono per loro stessa natura individui altamente manipolatori, riservati, subdoli e opportunisti“.

Hickson ha detto che da parte dell’istituzione c’è stata e c’è collaborazione, ma: “Deve esserci una cultura di trasparenza e fiducia e devono essere presi provvedimenti a tutti i livelli dell’organizzazione, in modo che gli abusi sessuali all’interno degli Scout siano attivamente prevenuti. Ogni volta che vengono presentati reclami, questi devono essere esaminati a fondo, vista la lezione imparata, in modo da prevenire abusi futuri. Solo allora gli esploratori di oggi e del futuro saranno protetti da questi predatori sessuali”.