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Cognome materno ai figli, la proposta è in Senato: l’importanza di una nuova normativa verso la parità

Pubblicato: 14/04/2022 07:31

È ancora in corso la discussione sulla proposta di Legge per consentire l’assegnazione del cognome materno e risolvere lo squilibrio che caratterizza la normativa attuale, con l’attribuzione automatica del cognome del padre. Ecco cosa prevede la proposta di Legge e perché è un argomento così importante.

Cosa dice la proposta di Legge per l’attribuzione del cognome materno

La proposta di Legge relativa al cognome materno è arrivata in Commissione Giustizia al Senato il 15 febbraio 2022. Si tratta del DDL 2293 e affronta una questione rimasta insoluta da oltre 40 anni, caratterizzati da numerosi disegni di Legge mai portati a compimento. Al momento sono 6 quelli depositati presso la Commissione Giustizia, che potrebbero costituire la base per un testo di Legge condiviso dalle forze politiche. L’obiettivo comune è consentire che il cognome dei figli sia assegnato in base alla volontà dei genitori, senza l’automatismo del cognome paterno, in modo da riconoscere pienamente la parità della donna all’interno della dinastia familiare. Secondo le proposte finora avanzate, in caso di disaccordo tra i genitori dovrebbero essere assegnati entrambi i cognomi ai figli, seguendone l’ordine alfabetico.

L’Italia viene condannata per discriminazione dalla Corte Europea

Nel 2014, la Corte Europea dei diritti dell’uomo aveva avanzato all’Italia la richiesta di modificare l’attuale normativa sul cognome, citandola come discriminazione basata sul sesso e quindi lesiva degli articoli 8 e 14 della Convenzione Europea sui diritti umani. Nel 2016, con la sentenza 286 la Corte Costituzionale definì l’impossibilità di scegliere il cognome della madre come “violazione del principio di uguaglianza morale e giuridica dei coniugi” dichiarandone l’illegittimità, perché pregiudicava “il diritto all’identità personale del minore” ed esprimeva una “superata concezione patriarcale della famiglia e dei rapporti fra coniugi”. Sebbene in Italia non esistano Leggi esplicite per l’attribuzione automatica del cognome paterno, trovare un’alternativa è tutt’altro che facile. Dal 2017 è richiesto il consenso di entrambi i coniugi per affiancare il cognome della madre a quello del padre ed è disposta un’apposita procedura amministrativa del Ministero dell’Interno. In questo caso il cognome della madre deve essere sempre il secondo. Se un minorenne porta il cognome della madre ma viene in seguito riconosciuto dal padre, è possibile che il cognome materno sia cancellato e sostituito da quello paterno. Se infine i genitori sono separati oppure non sposati, è possibile attribuire solo il cognome materno, ma occorre prima chiedere il consenso del padre e la conferma del Tribunale dei Minori.

Come funziona il cognome negli altri Paesi europei e quali problemi ci sono in Italia

L’assegnazione del cognome non è la stessa in tutti i Paesi europei e in molti casi è prevista la libera scelta da parte dei genitori. In Finlandia, Norvegia e Svezia il cognome “automatico” è quello della madre, a meno che non siano i genitori a esprimere una preferenza specifica. In Spagna i figli portano il primo cognome del padre e il primo della madre, mentre in Francia i genitori possono accordarsi per assegnare uno dei loro cognomi oppure entrambi, nell’ordine che preferiscono.

Chiedo a Loredana de Petris, Presidente gruppo Misto Senato, capogruppo di LeU e autrice dell’Iniziativa Parlamentare attualmente in discussione al Senato, perché è importante questa legge: “L’assegnazione anche del cognome materno ai figli è una legge di civiltà che interviene su una vera e propria discriminazione sessista“. Secondo la senatrice “I figli li fanno le donne ma prendono poi il cognome del solo padre. È evidente il portato anche simbolico che deve essere superato“.

Il percorso di discussione e approvazione non è tuttavia lineare: “Ci sono però alcuni problemi che stiamo affrontando con le altre forze politiche. Ad esempio: quale dei due cognomi deve venire prima? Quando i genitori sono d’accordo non c’è alcun problema ma quando invece questo accordo non c’è bisogna mettere a punto una regola ed è su questo punto, come su alcuni altri, che stiamo dialogando con le altre forze politiche“.

L’importanza di poter scegliere il cognome dei propri figli

La questione del doppio cognome e del cognome materno nasconde ragioni che vanno oltre la burocrazia, affondando le radici nel modo in cui viene tutt’ora concepita la famiglia in Italia. Non è un caso che gli esponenti della destra integralista cattolica, come il senatore della Lega Simone Pillon, siano tra gli oppositori più ferventi di questa proposta di Legge. Attribuire il cognome paterno, senza una Legge specifica e senza consultare il parere della madre, di fatto invisibilizza la donna negandole un uguale riconoscimento all’interno della sua stessa famiglia.