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Carne di agnello a Pasqua, le alternative a una tradizione crudele: intervista ad Animal Equality

Pubblicato: 15/04/2022 15:21

Il periodo di Pasqua coincide con un incremento nel consumo di carne di agnello. Questa intervista a Chiara Caprio, Communication Manager di Animal Equality Italia, getta luce sulle numerose ombre dell’industria legata al trasporto e alla macellazione degli agnelli e svela i retroscena di un’usanza che provoca sofferenze indicibili a cuccioli di appena pochi mesi di vita.

Carne di agnello per le festività di Pasqua, gli orrori che i consumatori non vedono

Quali sono le atrocità che i consumatori non vedono quando acquistano carne di agnello?

Quando parliamo di carne di agnello sono molte le atrocità che non vediamo, spesso nascoste dal marketing e dal packaging di ciò che ci viene proposto solo come un prodotto, mentre in realtà si tratta di animali. Molti agnelli nascono in contesti di allevamenti intensivi fuori dall’Italia, per esempio in Spagna o in Paesi dell’Est come Romania, Ungheria e Polonia. Da qui sono costretti a viaggi lunghissimi, della durata di diverse ore o addirittura di giorni, per arrivare nei macelli italiani spesso situati in Abruzzo o in Lazio, dove poi vengono commesse numerose atrocità e spesso anche violazioni delle norme.

Quanti mesi hanno gli agnelli sacrificati nelle feste pasquali?

Possono essere piccolissimi, anche di 2 settimane, mentre altre volte si trovano agnelli di circa 2 mesi. L’età può variare abbastanza ma stiamo comunque parlando di animali giovanissimi che, se potessero vivere la loro vita in natura, sopravviverebbero per decine di anni.

Come vengono trasportati?

Gli agnelli che vengono uccisi per essere consumati durante le feste pasquali di solito possono essere svezzati o non svezzati. Gli animali non svezzati non dovrebbero viaggiare oltre un certo numero di ore e quindi dovrebbero essere tutelati da regolamenti particolari, che vengono spesso violati. Questi cuccioli vengono trasportati in camion assieme a centinaia se non migliaia di animali, a seconda delle situazioni. Spesso questi camion nascono per il trasporto di suini o di altri animali, perciò non permettono facilmente a questi cuccioli di accedere all’acqua o al cibo. Dobbiamo anche pensare che quelli non svezzati cercano la mammella della mamma, quindi spesso non sono in grado di accedere agli abbeveratoi come gli adulti. Queste strumentazioni spesso finiscono inutilizzate o si rivelano inutili se non dannose in alcuni casi. Abbiamo anche riscontrato che non viene usata spesso la lettiera. Gli agnelli spesso viaggiano sottoposti alle intemperie o al caldo atroce durante l’estate, perché il trasporto subisce dei picchi a Pasqua e a Natale. Il trasporto di animali vivi dura tutto l’anno, quindi le condizioni sono veramente drammatiche.

L’importanza delle scelte dei consumatori per salvare migliaia di agnelli a Pasqua

Stanno cambiando le abitudini alimentari dei consumatori?

Il lavoro di sensibilizzazione portato avanti da noi e da tante altre associazioni sta aiutando molti influencer, chef vegani, politici che hanno deciso di impegnarsi e aziende che, pur producendo ancora carne e derivati, cominciano ad aprire e valorizzare sempre di più le loro linee vegane. Tutto questo sta contribuendo a cambiare le abitudini alimentari, in particolare stanno aumentando i flexitariani, cioè quelle persone che diminuiscono i consumi di carne e derivati ma non li hanno ancora eliminati completamente dalla propria dieta.

Quale il motivo?

È nata una maggiore consapevolezza rispetto all’impatto ambientale della produzione di carne e delle sofferenze animali, quindi di una domanda etica che il consumatore è sempre più portato a farsi. A oggi i prodotti a base di carne hanno prezzi maggiori o addirittura pari alle alternative vegetali. I prodotti vegan sono diventati molto più “democratici”, perché c’è stata una maggiore diffusione e industrializzazione e quindi un abbassamento di prezzo che aiuta a diffondere questi prodotti. Tutti noi possiamo scegliere di tenere la carne e i suoi derivati fuori dal nostro piatto, è una semplice scelta che possiamo fare tutti i giorni e, anche se sembra poco, per questi animali rappresenta moltissimo. Incoraggio tutti a fare questa prova, magari proprio in occasione della Pasqua: non consumare carne di agnello e scegliere di non mangiare carne per una settimana.

Cosa possiamo fare tutti noi per fermare queste atrocità.

Consiglio di continuare a rimanere informati, condividere le informazioni e continuare a seguirci e supportare attivamente ed economicamente il lavoro fondamentale degli investigatori.

Le alternative alla carne di agnello a Pasqua e le iniziative di Animal Equality

Quali sono le alternative al consumo di carne di agnello?

Sono moltissime, basta pensare al seitan che ci permette di fare degli arrosti o degli spezzatini o ancora dei ragù. Si possono creare le versioni vegan di piatti che ricordano la tradizione culinaria a cui siamo più abituati e che prevederebbe l’utilizzo di carne. Adesso si trovano in commercio anche le versioni vegane di cappelletti, agnolotti e ravioli che tradizionalmente avrebbero il ripieno di carne. Vi consiglio di visitare il nostro sito dove potete trovare tanti consigli e tante ricette alternative, ma anche di seguire le pagine social di Animal Equality perché ci saranno presto delle novità: collaboriamo molto con chef vegani e perciò troverete i ricettari realizzati nel corso del tempo con vari chef, tra cui Irene Volpe, concorrente ed ex finalista di MasterChef.

Avete iniziative speciali per diffondere consapevolezza su questo tema?

In questi giorni racconteremo le attività investigative effettuate sui trasporti di animali, ma vi racconteremo anche come alcune persone importanti hanno deciso di sostenere il nostro lavoro e di promuovere un’alimentazione alternativa proprio in occasione di Pasqua. Si tratta di iniziative interessanti sia per chi ha già scelto di tenere gli animali fuori dal proprio piatto sia per chi ci sta pensando oppure non ci ha mai pensato.