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Questo 60enne davvero ingegnoso ha trovato un modo per andare prima in pensione: la sua storia

Pubblicato: 26/04/2022 17:00

Un uomo di 60 anni in Svizzera sembra aver avviato le procedure di cambiamento del sesso per percepire la pensione un anno prima rispetto a quanto avverrebbe normalmente. Per farlo, almeno in via anagrafica, basta un rapido colloquio e il pagamento di una tassa. La vicenda, tuttavia, apre nuovi dubbi sull’eccessiva semplificazione delle nuova norma, entrata in vigore il 1 gennaio. 

60enne cambia sesso per la pensione: come funziona la procedura

Dal 1 gennaio in Svizzera è entrata in vigore una nuova norma che semplifica estremamente la procedura anagrafica di cambiamento del sesso. Per qualsiasi cittadino svizzero che voglia attivare la procedura, infatti, basta un rapido colloquio da 10 minuti con i dipendenti pubblici al fine di accertare la capacità di intendere, volere e scegliere dell’individuo. 

Oltre a questo, basta pagare una tassa da meno di 75 euro, senza presentare alcun tipo di documentazione medica, né dimostrazioni del cambiamento del sesso. E così, all’uomo di 60 anni è venuta l’idea del cambiamento per percepire la pensione 1 anno prima. Come si apprende da skyTG24, avrebbe rassicurato amici e parenti del fatto di tratti solamente di una scelta di natura finanziaria. 

I dubbi sulla legittimità della norma

Nonostante la semplificazione risulti a tutti gli effetti importante per chi concretamente vuole cambiare sesso in Svizzera, il trucchetto attuato dall’uomo apre ai dubbi sulla sua legittimità. Non avrebbe, infatti, commesso nessun tipo di illecito, al punto che l’amministrazione conscia del trucco dell’uomo non può impugnare la richiesta. 

Così come l’uomo potrà ricevere la pensione un anno in anticipo, altri potrebbero sfruttare la norma per ottenere altri tipi di vantaggi, come evitare possibili obblighi oppure per ottenere indennità di vario genere. 

Dal conto loro i promotori della norma avevano assicurato che comportamenti simili sarebbero stati “poco probabili”. Mentre l’amministrazione aveva chiesto agli uffici anagrafici di evitare la ricerca degli abusi, evitando di chiedere le certificazioni mediche per non rischiare di risultare transfobici