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Scherzo su Paperino finisce in tribunale: 9 anni di problemi giudiziari e 10 mesi di reclusione

Pubblicato: 03/05/2022 14:25

Uno scherzo su Paperino è costato ad un uomo tre processi, due patteggiamenti e 10 mesi di reclusione. La vicenda è iniziata nel 2013 e si è svolta nel cremonese, prolungandosi per ben 9 anni, nata da un semplice scherzo fatto nei confronti di un amico. Per l’operaio di 46 anni, però, ci sarebbe almeno un barlume di speranza, ottenendo una trasformazione della pena detentiva.   

Scherzo su Paperino: la vicenda 

Lo scherzo fatto da Fabrizio aveva come oggetto Paperino. L’uomo aveva deciso di abbonare per scherzo l’amico Stefano alla celebre rivista a fumetti Disney 313, che tratta proprio del rapporto di Paperino con la sua famosa macchina targata 313. Tutto questo, ovviamente, all’insaputa di Stefano, che avrebbe reagito molto male nel momento in cui De Agostini, editore della rivista a fumetti, gli ha mandato il primo numero della rivista, con un sollecito di pagamento.  

A quel punto la situazione sarebbe leggermente degenerata, con una denuncia formale contro ignoti presentata da Stefano. Una volta risaliti al responsabile, lo scherzo si sarebbe dovuto concludere con una risata ed una pacca sulla spalla, ma per Fabrizio tutto di lì a poco si sarebbe complicato parecchio. “Avevo risarcito Stefano, ma lui è andato avanti”, ha commentato Fabrizio a Tgcom24, nove anni dopo lo scherzo.  

Lo scherzo su Paperino in tribunale 

Lo scherzo su Paperino di Fabrizio, insomma, non sarebbe per nulla piaciuto a Stefano che, nonostante il risarcimento di 1000 euro ricevuto dall’amico, avrebbe troncato anche i rapporti con lui. Subito è arrivata la denuncia per sostituzione di persona, conclusa con un patteggiamento a tre mesi di reclusione e la sospensione della pena. Il tutto sarebbe costato altri 600 euro di spese legali a Fabrizio.  

A quanto riporta il Corriere della Sera, l’operaio non si poteva permettere un avvocato, optando quindi per il patrocinio gratuito. Questo richiede la compilazione di un’autocertificazione, nella quale Fabrizio si sarebbe dimenticato di dichiarare uno dei tra lavori che svolgeva, di fatto facendo rigettare la domanda al patrocinio.  

Qui, però, per l’autore dello scherzo su Paperino la storia si sarebbe nuovamente complicata, con un nuovo processo per la falsificazione dell’autocertificazione. Fabrizio avrebbe dunque patteggiato altri 10 mesi di reclusione, con pena nuovamente sospesa. Senza la possibilità della condizionale, però, si è appellato alla Corte d’Appello di Brescia, che avrebbe impugnato la sentenza, ottenendo la trasformazione della pena in lavori di pubblica utilità.