Vai al contenuto

Revenge porn e violenza sessuale su una ragazza ad Ancona: incubo di 2 anni dopo aver portato il telefono a riparare

Pubblicato: 10/05/2022 10:37

Incubo di 2 anni per una ragazza ad Ancona, secondo quanto ricostruito vittima di revenge porn e violenza sessuale dopo aver portato il telefono in un centro per la riparazione. Il tecnico che avrebbe preso in carico il dispositivo vi avrebbe trovato contenuti intimi che poi avrebbe usato, in concorso con il fratello, per ricattare la cliente e abusare di lei.

Revenge porn e violenza sessuale ad Ancona: l’incubo di una ragazza dopo aver portato il telefono a riparare

Revenge porn, violenza sessuale, detenzione di materiale pedopornografico, diffusione di contenuti sessualmente espliciti e violenza privata: sarebbe questo, secondo quanto riportato dall’Ansa, lo spettro dei reati ipotizzati dagli inquirenti a carico di due fratelli originari del Bangladesh, un 19enne e un 25enne, arrestati poche ore fa dai carabinieri di Ancona in merito a un’indagine scattata dopo la denuncia di una giovane.

I due indagati sarebbero destinatari di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip a seguito degli accertamenti condotti dai militari, coordinati dalla locale Procura, in merito a una presunta trama di abusi sessuali e revenge porn portata avanti per 2 anni, dal 2020, ai danni della ragazza.

Al vaglio degli investigatori una serie di presunti ricatti, vessasioni e violenze che sarebbero iniziati quando uno dei due, titolare di un negozio di telefonia, avrebbe preso in carico lo smartphone della ragazza per una riparazione. Al suo interno avrebbe trovato contenuti intimi che, stando a quanto ricostruito finora, avrebbe usato per costringerla ad avere rapporti sotto la minaccia di diffonderli.

Revenge porn e violenze ad Ancona: la scoperta durante le indagini

La situazione sarebbe andata avanti per almeno 2 anni e, nel corso delle indagini che avrebbero portato ai recenti arresti, gli inquirenti avrebbero scoperto anche altri elementi importanti. L’uomo che avrebbe dovuto riparare il telefonino della cliente, secondo quanto emerso, avrebbe realizzato anche video espliciti durante gli abusi e, davanti al tentativo di resistenza della ragazza, li avrebbe diffusi tra alcuni conoscenti e persino mostrati ai genitori della giovane.

I carabinieri avrebbero poi rilevato dettagli che avrebbero spinto l’attività investigativa oltre il caso della ragazza, portando così a galla situazioni degne di interesse investigativo. In sede d’indagine sarebbe stato trovato anche materiale pedopornografico attualmente al vaglio delle autorità.