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Denunciare una banca per comportamenti scorretti è possibile: a chi affidarsi per fare causa e in quali casi

Pubblicato: 11/05/2022 00:07

A chiunque abbia rapporti con una banca potrebbe capitare di scoprire una condotta illecita o illegittima dell’istituto magari sul conto corrente, su un fido, o su un mutuo. Il mondo bancario non è esente da errori e comportamenti scorretti ed è quindi meglio sempre verificare che non ci siano condotte non in linea con le condizioni offerte in fase iniziale. Se qualcosa non va come possiamo difenderci? Possiamo fare causa ad una banca? La risposta è si e le strade da intraprendere come vedremo possono essere diverse.

I principali motivi per cui puoi fare causa ad una banca

Negli ultimi anni il numero di persone che ha fatto causa contro una banca è cresciuto notevolmente. Se nel 2015 erano circa 10.000 ora la cifra è più che raddoppiata. Ma per quale motivo si fa causa ad una banca? I motivi possono essere molteplici ma di solito vengono racchiusi in due concetti:

  • L’anatocismo, ovvero un’operazione bancaria con la quale vengono a capitalizzarsi interessi su altri interessi resi produttivi anche se scaduti o non pagati;
  • l’usura, cioè il costo di un mutuo o prestito troppo elevato che supera i limiti imposti dalla legge. Una pratica illecita disciplinata dall’art. 644 del Codice Penale.

Individuate le due fattispecie per cui in genere si decide di fare causa ad una banca, andiamo a vedere come fare e quali strumenti di tutela il nostro ordinamento ci mette a disposizione.

Come fare causa ad una banca

Le strade percorribili per agire contro la banca sono due: per via giudiziale o extra-giudiziale. La prima cosa da fare è valutare se effettivamente valga la pena di avviare un procedimento contro l’istituto, cioè valutare se il gioco vale la candela visto che fare causa comporterà comunque delle spese.

Valutato questo aspetto si può richiedere alla banca tutta la documentazione volta ad accertare il comportamento scorretto e la banca è obbligata a fornirla entro 90 giorni. Prima di arrivare in Tribunale si può tentare un accordo privato e non è detto valga a buon fine.

Può infatti capitare o che la banca non si presenti o, se si presenta, ma non si arrivi ad un accordo tra le parti.

A questo punto ad accordo privato non trovato, prima di agire in Tribunale ed andare incontro ad una causa con tutti i costi e la burocrazia lunga che comporta, c’è un’altra strada da tentare: chiedere aiuto all’Arbitro Bancario Finanziario che presente costi inferiori e tempi piuttosto veloci.

L’Abf è un organismo indipendente, assistito nel suo funzionamento dalla Banca d’Italia. Le decisioni che prende non sono vincolanti ma se una delle due parti non le rispetta l’inadempimento viene reso pubblico.

Prima di procedere presso l’Abf è necessario inviare reclamo alla banca che entro 30 giorni deve rispondere. Se non si è soddisfatti allora si può procedere all’Arbitro entro 12 mesi dalla presentazione del reclamo.

È possibile farlo direttamente online sul sito dell’Arbitro Bancario Finanziario compilando un apposito form. L’Abf contatterà la banca che entro 45 giorni dovrà rispondere. Entro 60 giorni l’Abf dovrà esprimersi sulla controversia e tale risposta ricordiamo non è vincolante come quella di un giudice.

Se anche in questo caso non ci riteniamo soddisfatti non resterà che fare causa alla banca presso un Tribunale o Giudice di Pace.