Vai al contenuto

Draghi lascia gli USA e annuncia la necessità di un nuovo Piano Marshall: cosa ha detto il premier

Pubblicato: 12/05/2022 09:54

La guerra in Ucraina ha dato il via a numerosi viaggi per il mondo della politica per ricreare asset e alleanze. Mentre Mario Draghi, che ha incontrato Biden, sta tornando dagli USA; il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov si trova in Oman. Per entrambi la guerra e gli scambi commerciali solo al centro della trattativa politica.

Lavrov e la guerra in Europa

Prima ha incontrato a Muscat il ministro degli Esteri dell’Oman, Sayyid Badr al-Busaidi, poi ha tenuto una conferenza in cui Lavrov ha spiegato che la Russia non vuole una guerra continentale, ma, “Ci auguriamo che la fine della nostra operazione militare speciale e il raggiungimento di tutti gli obiettivi prefissati, contribuiscano a fermare i tentativi dell’Occidente di minare il diritto internazionale e di ignorare e violare i principi della Carta delle Nazioni Unite, compreso il principio dell’uguaglianza sovrana degli Stati“, riporta la Tass. Lavrov, come sempre durante le sue conferenze pubblica, ha rimpallato le responsabilità: “Se siete preoccupati per la prospettiva di una guerra in Europa, sappiate che non vogliamo assolutamente che accada, ma vorrei attirare la vostra attenzione sul fatto che è l’Occidente che continua a parlare con insistenza di infliggere una sconfitta alla Russia. Sta a voi trarre le conclusioni“.

Draghi lascia gli USA

Il Presidente del Consiglio Draghi si trovava a Washington per il vertice con il Presidente Biden, tema centrale, ovviamente, il conflitto in Ucraina. “L’invasione russa dell’Ucraina ha causato quello che chiamiamo un cambio di paradigma nella geopolitica. Ha rafforzato i legami tra l’Ue e gli Stati Uniti, ha isolato Mosca, ha sollevato profonde domande per la Cina. Questi cambiamenti sono ancora in corso, ma una cosa è certa: sono destinati a rimanere con noi per molto, molto tempo“, ha detto durante il suo intervento all’Atlantic Council dove è stato insignito del Distinguished Leadership.

Spetterà agli ucraini decidere i termini di questa pace e a nessun altro. Nel frattempo, dobbiamo prepararci per il mondo in cui vivremo domani. Dobbiamo essere pronti a continuare a stare con l’Ucraina molto tempo dopo la fine della guerra. La distruzione delle sue città, dei suoi impianti industriali, dei suoi campi richiederà un enorme sostegno finanziario“. E ancora: “L’Ucraina avrà bisogno del proprio Piano Marshall, proprio come quello che ha contribuito alle relazioni speciali tra Europa e Stati Uniti. E dovremo garantire che le sue istituzioni democratiche rimangano forti, stabili, vivaci. L’Ucraina è nostra amica. L’Ucraina rimarrà nostra amica“.

L’invasione russa “minaccia la nostra prosperità e la nostra sicurezza energetica. Ma come ha fatto tante volte nella sua grandiosa storia, l’Italia ha ripreso slancio e siamo pronti a fare la nostra parte con gli europei e con gli alleati transatlantici per andare oltre questo momento tragico e ripristinare la pace“.