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Barbara d’Urso attaccata da Marco Bianchi, in carcere per omicidio Willy: “Quella bellissima donna..”

Pubblicato: 30/06/2022 17:13

In una lunghissima lettera inviata dal carcere, Marco Bianchi -uno dei principali accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte– ha voluto proclamare la sua innocenza e lanciare alcune accuse. L’indice di Bianchi è stato puntato non solo contro colui che, secondo lui, è il vero assassino del giovane Willy, ma anche contro alcuni rappresentanti del mondo della stampa che, secondo la sua opinione, avrebbero diffuso un’immagine totalmente sbagliata di lui e di suo fratello, Gabriele Bianchi, anche lui sotto accusa per l’omicidio di Willy.

Marco Bianchi contro Barbara d’Urso: “È madre di un figlio e non si rende conto”

Marco Bianchi si trova in carcere e  carico suo, del fratello Gabriele, di Francesco Belleggia e Mario Pincarelli pesano pesantissime accuse. A processo, nelle ultime ore, il pm ha chiesto per i fratelli Bianchi la condanna all’ergastolo, mentre per gli altri due (Belleggia e Pincarelli) ha chiesto una condanna a 24 anni. Nella lettera scritta dal carcere, Bianchi indirizza le sue parole di rabbia verso una persona in particolare, ovvero Barbara D’Urso: ”I problemi li abbiamo avuti a causa dei giornalisti che hanno perso il controllo, raccontando falsità su falsità. Come quella bellissima donna di Barbara D’Urso, che è madre di un figlio e non si rende conto prima di fare le puntate su di noi. Dentro sa benissimo il danno che può creare dicendo bugie sul nostro nome. Lei dormiva serena, io no, sapendo la guerra che avrei affrontato l’indomani in carcere per le bugie raccontate”.

Marco Bianchi e le accuse: “Il colpevole non si è preso le proprie responsabilità”

Marco Bianchi, nel proclamarsi innocente fino all’ultimo, accusa anche -senza fare nomi- proprio Francesco Belleggia, amico dei fratelli Bianchi che al momento è ai domiciliari (unico del gruppo): ”Tutti siamo figli, tutti siamo genitori e disgrazie come questa possono accadere a chiunque. Solo che qui, oltre alla disgrazia, c’é anche la beffa che il colpevole non si è preso le proprie responsabilità. Ancora con il sangue sulle scarpe, se ne sta tranquillo in casa sua”.