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Lisetta Carmi è morta, addio alla fotografa e pianista: “i grandi dolori della vita hanno arricchito la mia anima”

Pubblicato: 05/07/2022 13:08

All’anagrafe si chiamava Annalisa, ma per tutto il mondo era Lisetta, una donna capace di racchiudere secoli di evoluzione culturale in uno scatto e anche in un discorso. Tra le menti più brillanti forse che l’Italia abbia mai avuto, l’artista si è spenta a Cisternino, in Puglia, all’età di 98 anni.

Annalisa Carmi detta Lisetta Carmi, chi era

La sua storia è letteratura praticamente fin dalle origini. Lisetta infatti nasce a Genova “in Via Sturla 15” -raccontava lei, in una famiglia di origini ebraiche e per questo è costretta a rifugiarsi in Svizzera nella Seconda guerra mondiale a causa delle persecuzioni razziali. In un’intervista rilasciata a Daniele Segre di Rai Radio 3 e diventata un podcast in quattro puntate, racconta di quando all’indomani delle leggi razziali i suoi fratelli sono stati costretti a partire per la Svizzera e lei, all’inizio è rimasta in Italia con i genitori. “Ho continuato a studiare il pianoforte, che studiavo già da quattro anni. Ero fanatica – racconta l’artista – studiavo tutto il giorno il pianoforte per un certo periodo”. La sua passione è talmente grande da spingere suo padre a non lasciarla senza pianoforte: “Mio padre – raccontava – mi ha fatto portare il pianoforte con il carro e con i buoi a Sezzella, isolatissimo in campagna”. Quando però i rastrellamenti si fanno pesanti, tutta la famiglia è costretta a lasciare l’Italia. L’incontro con la fotografia avviene per caso durante un viaggio in Puglia. A quei luoghi, la fotografa rimarrà attaccata per tutta la vita.

Lisetta Carmi e l’amore per gli esseri umani: su cosa si basava la sua arte

A Daniele Segre, l’artista ha rivelato che a legarli umanamente era “Un amore per gli esseri umani: per le loro vite e le loro storie, per le loro difficoltà e le loro gioie tutto quanto concerne questo mondo in cui viviamo”. Era proprio questo che si vedeva dalle foto di Lisetta Carmi: “Sono convinta – diceva – che le difficoltà che incontriamo sul nostro cammino sono le più alte benedizioni perché ci aiutano a crescere e a trovare il nostro sé più profondo”. Lisetta infatti aveva perso due fratelli e molti compagni di scuola a causa delle persecuzioni razziali. L’artista ricordava quindi con grande consapevolezza: “Senza sofferenza personale non si può capire chi soffre né gioire delle meraviglie che uomini e donne vivono nella vita quotidiana”. Un ashram “voluto da Babaji, questo grande essere che mi ha chiamato a sé trasformando la mia vita” – diceva Carmi. Ma la sua arte traeva ispirazione anche più profonda della religione: “La mia vita è stata tutta una meraviglia, ricca di gioia e dolore, di grandi dolori che hanno arricchito la mia anima”.

*Immagine in evidenza tratta dal canale Youtube di Filippo Calvenzi