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Giovanni Ciacci: “Sono sieropositivo”. L’annuncio sull’HIV ad Alfonso Signorini

Pubblicato: 03/08/2022 11:47

In un’intervista rilasciata al direttore del settimanale Chi, Alfonso Signorini e in edicola oggi, Giovanni Ciacci ha raccontato per la prima volta di essere sieropositivo.

Giovanni Ciacci sieropositivo: le sue parole sull’HIV

Non ne aveva mai parlato pubblicamente e forse è per questo che “fa notizia”. Ma è anche per la naturalezza e la serietà con cui Giovanni Ciacci ha affrontato l’argomento che l’annuncio merita una certa attenzione. Il tema dell’HIV è infatti ancora un tabù e nonostante siano passati decenni dagli spot terrificanti che a conti fatti facevano disinformazione sulle modalità di contagio del virus, tuttora si conosce molto poco dell’HIV. Giovanni Ciacci ha deciso così di parlarne per la prima volta ad Alfonso Signorini. Nei panni di direttore di Chi, signorini lo ha intervistato ma ne ha anche approfittato per annunciare quella di Ciacci come la prima partecipazione ufficiale tra i concorrenti del GF Vip 7. “Sono sieropositivo – ha dichiarato Ciacci – lo dico a tutti”. Lo stylist ha quindi spiegato che “Oggi con le cure, chi ha l’HIV è come gli altri, vive con chiunque senza rinunce né paure: il virus non si trasmette più”. Lo stylist quindi spera di sdoganare questo tema anche in televisione: “Non abbiate paura dei sieropositivi, sono uguali a voi” – ha detto.

HIV : le cure esistenti e il modo in cui identificare il virus

Il virus HIV ha come principale effetto quello di causare una immunodeficienza, ossia di abbassare le difese immunitarie dell’organismo che lo ospita. Il virus agisce distruggendo le cellule CD4 che sono attive proprio nella difesa dell’organismo contro le infezioni. Sebbene non esistano cure o vaccini contro il virus HIV, la Scienza ha fatto passi da gigante nel trattamento del virus, che è perfettamente gestibile tramite terapia antiretrovirale che utilizza una combinazione di farmaci per ridurre la carica virale del virus e bloccarne la replicazione. In questo modo la distruzione del sistema immunitario viene rallentata moltissimo e quindi anche la progressione della malattia, consentendo al paziente di vivere una vita praticamente normale. Fondamentale come sempre è intercettare per tempo la contrazione del virus. La diagnosi oggi avviene principalmente attraverso un test del sangue che rileva la presenza di anticorpi specifici del virus nell’organismo. Se il primo test è positivo si fanno ulteriori accertamenti ma per una diagnosi tempestiva è importantissimo monitorarsi e sottoporsi a controlli se consapevoli di essere stati esposti al virus. Oggi sono stati sviluppati anche dei test precoci che determinano la positività a HIV e si focalizzano sull’antigene p24. Effettuati anche questi tramite prelievo di sangue, possono essere eseguiti anche in forma anonima. Di fondamentale rilevanza rimane l’informazione e la consapevolezza che la sieropositività non è uno stigma ma una malattia che oggi permette di vivere una vita del tutto normale se identificata e controllata adeguatamente. Come spiega Ciacci a Chi: Negli anni 80 la parola HIV era sinonimo di morte. Le cure antiretrovirali non si erano ancora trovate. Moriva un sacco di gente. Per chi si infettava, la sieropositività era solo l’anticamera dell’Aids che lo avrebbe condotto dritto al cimitero. Oggi, con le cure, il tasso virale del sangue viene annullato e non ci si ammala più di Aids. Certo, si muore ancora: chi non si può o non vuole curarsi o chi si accorge troppo tardi della sua sieropositività, magari in Aids conclamato. In questi casi è difficile intervenire con successo”.