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Riccardo Fogli, dichiarazioni bomba: non fu lui a decidere di lasciare i Pooh, ecco cosa accadde all’epoca

Pubblicato: 21/10/2022 13:36

Riccardo Fogli ha vissuto un sacco di vita. Nei suoi tanti anni con i Pooh e nei tantissimi che hanno seguito l’abbandono del gruppo, ha vissuto esperienze molto importanti.  Una di queste è stata sicuramente la storia d’amore che lo costrinse a lasciare il gruppo e cambiò totalmente la sua vita.

Riccardo Fogli, “troppo bello”: l’inizio della carriera

L’amore è un capitolo travagliato e a tratti avvincente per Riccardo Fogli. Secondo Caterina Caselli, il suo fascino all’inizio non lo avrebbe aiutato, come spiega lui in una lunga intervista a Il Corriere della Sera: “Signor Fogli, i giornalisti dicono che si fa fatica a intervistarla, troppo bravo e bello per risultare pure intelligente. Non ha nemmeno una cicatrice sulla faccia. E io: “Se crede mi butto da cavallo”.

La prima moglie fu Viola Valentino, la cantante. Lui le si presentò in un locale dicendogli “Non ci siamo già visti io e te?” E lei rispose: “Chiamami Peroni, sarò la tua birra”. Un famoso slogan pubblicitario dell’epoca. Rimasero insieme qualche anno, poi lui conobbe la donna he travolse la sua vita: “«Ah Viola, Violetta… allora ci stavamo già separando, dopo ci abbiamo riprovato ma non ha funzionato. Le voglio un gran bene”.

Riccardo Fogli e Patty Pravo, cosa accadde

Colei che provocò un terremoto nella sua vita fu Patty Pravo: “Ci presentarono. Ci guardammo. Nel giro di qualche ora eravamo nella stessa camera”. Poi il matrimonio: “Con la mano destra sull’incudine ci giurammo eterno amore. Io portavo un cappello a cilindro. Ma di quei tre o quattro giorni ho ricordi avvolti nella nebbia”. Durò però abbastanza a indurre il produttore dei Pooh a invitarlo all’uscio:Fu il nostro produttore a farci dividere, convinto che la mia storia d’amore con una cantante così famosa potesse nuocere al gruppo. “Siamo rovinati”, ci annunciò tragico dopo i primi articoli sui giornali”. Di quell’addio ha un ricordo doloroso, non solo per essersene dovuto andare da una dimensione che amava: “No, però ho sofferto molto la mancanza di un abbraccio. Di qualcuno che mi dicesse: ‘Ricky, dai, pensaci bene, sei sicuro?’. Che mi trattenesse. Non sono stato io a sbattere la porta”.