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Noemi a Belve, il racconto shock: “Ho toccato il fondo”, racconto sconvolgente a Francesca Fagnani

Pubblicato: 22/11/2022 16:09

Stasera, a Belve, tra gli ospiti ci sarà anche Noemi. La cantante ha deciso di aprirsi su alcuni aspetti della sua vita di cui finora non aveva parlato ed ha raccontato anche quale è stato il momento della sua vita in cui ha pensato di aver “toccato il fondo”.

Francesca Fagnani non risparmia le domande scomode ai suoi ospiti e con Noemi non è da meno. Da subito finiscono a parlare di argomenti piuttosto delicati, come la possibile responsabilità del padre della cantante, che era suo agente, in possibili problemi finanziari: “Tante volte uno mette il cavallo dove vuole il padrone, ero io che gli avevo dato troppe responsabilità (…) senza dubbio delle cose non sono andate bene, ma non volevo che lui si sentisse responsabile”. Ora l’uomo è stato sollevato dall’incarico, cosa che ha creato attriti tra di loro: “Per la prima volta nella mia vita mi sono sentita sola, il mio grande consigliere era stato lui, per un paio di anni non sono riuscita ad avere un dialogo con il mio papà e la mia famiglia, non c’era modo di capirsi”.

Noemi e il racconto sul body shaming: “Nel 2018 non era di moda”

Il racconto più difficile è però quello legato alla sua partecipazione a Sanremo 2018, quando fu vittima di grave body shaming: fioccarono al tempo i meme che la vedevano ritratta in foto con Michelle Hunziker e venivano fatti paragoni umilianti e irrispettosi sui loro fisici. “Oggi si parla molto di body shaming, ma si vede che nel 2018 non era di moda (…) Mi sono sentita ferita come donna, in quella foto per la prima volta ho visto tutta la mia sofferenza, perché ci sono persone che sono abbondanti ma tu vedi che quella fisicità gli appartiene. Mi sono fatta un pianto e quella è stata la prima volta in cui mi sono detta che dovevo fare qualcosa”. I problemi con la percezione di se stesso l’hanno portata ad avere anche problemi di vista: “Soffrivo di derealizzazione, per anni ho visto come da un binocolo, mettevo distanza, era un modo che la mia testa aveva per dirmi: guarda che sei un fantasma, non hai la tua vita in mano”.