
Dove era lo Stato quando cinque lavoratori, impegnati nella manutenzione di una linea ferroviaria, sono stati travolti ed uccisi da un treno? Persone che lavoravano per conto di un’entità chiamata Ferrovie dello Stato.
“Non vogliamo funerali di Stato per vittime della strage sui binari”. A pochi giorni dall’incidente alla stazione di Brandizzo, i familiari delle vittime esprimono questa ferma decisione al termine della manifestazione tenutasi a Ivrea lo scorso 5 settembre. Sono trascorsi solo alcuni giorni da quella tragica notte e la frattura tra le famiglie dei cinque operai e le istituzioni appare profonda.
Un divario che potrebbe rappresentare un persistente senso di estraneità, se non di opposizione, verso uno Stato assente quella notte sui binari della stazione piemontese.
L’inchiesta giudiziaria chiarirà le ragioni e le responsabilità dell’accaduto, e ci si augura che ciò avvenga in tempi ragionevoli. Questo tragico evento si inserisce in un contesto dove le leggi e le normative, di fronte all’interminabile elenco di incidenti sul lavoro in Italia, devono confrontarsi con realtà imprenditoriali che spesso seguono logiche diverse, a volte contrastanti.
La visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul luogo dell’incidente non è stata sufficiente per placare il dolore e la rabbia delle famiglie dei cinque lavoratori.
Presente in Piemonte per un altro impegno, Mattarella ha ritenuto doveroso fare una deviazione per recarsi a Brandizzo, mostrando ancora una volta il suo sgomento di fronte a un’altra tragedia causata dalla mancanza di attenzione da parte delle principali istituzioni dello Stato.
La Costituzione radica lo Stato sul concetto di Lavoro. Tuttavia, nel corso degli anni, il significato di “lavoro” è stato reinterpretato attraverso neologismi che sembrano svuotarlo del suo valore originario.
Molti vedono questa evoluzione come inevitabile, data la trasformazione dei tempi e della condizione umana dal 1948.
Questo cambiamento non può e non deve essere accettato se al centro del processo produttivo non rimane il rispetto della vita umana. Nessun bilancio aziendale o conto pubblico dovrebbe mai avere la precedenza su questo principio fondamentale, a meno che non si voglia accentuare ulteriormente il divario tra cittadini e Stato.