Una donna di 27 anni ha denunciato il suo ormai ex marito per maltrattamenti. La ragazza ha spiegato che l’ex compagno la picchiava e la trattava come una schiava. L’uomo maltratta la moglie tuttavia, secondo il pm andava assolto. La Procura aveva chiesto l’archiviazione del procedimento, ma il gip ha detto no, ordinando l’imputazione coatta.
Maltratta la moglie ma viene assolto perché straniero
La vicenda si è consumata a Brescia ed è iniziata quando la donna ha denunciato il suo ex marito. La 27enne ha spiegato di aver trovato “il coraggio di denunciare dopo anni di urla, insulti e botte, sotto la costante minaccia di essere riportata in Bangladesh definitivamente”.
I due sono originari del Bangladesh. La differenza culturale della concezione della donna lì e in Italia è completamente diversa. Secondo il pm, questo sarebbe sufficiente per assolvere l’imputato. “I contegni di compressione delle libertà morali e materiali della parte offesa da parte dell’odierno imputato sono il frutto dell’impianto culturale e non della sua coscienza e volontà di annichilire e svilire la coniuge per conseguire la supremazia sulla medesima, atteso che la disparità tra l’uomo e la donna è un portato della sua cultura che la medesima parte offesa aveva persino accettato in origine”, si legge, come riporta l’Ansa.
Il gip non era d’accordo e ha ordinato l’imputazione coatta per l’uomo autore di presunti maltrattamenti dato che “sussistono senz’altro elementi idonei a sostenere efficacemente l’accusa in giudizio nei confronti dell’ex marito”. Il caso viene inquadrato come un reato culturalmente orientato: ciò significa che ciò che il reato commesso è punibile in Italia ma non in altri Paesi. La sentenza del processo arriverà ad ottobre.

La donna vive in Italia da quando aveva 4 anni e per anni ha spiegato di aver sopportato dei maltrattamenti. “La cultura di origine non può essere una scusa. Sono stata trattata da schiava” ha commentato.