Cronaca Italia

Fratelli Bianchi, prescrizione in vista

Si avvicina la prescrizione per il caso di sevizie agli animali di cui sono accusati i membri della famiglia Bianchi. Oggi si è svolta la seconda udienza al Tribunale di Velletri, in cui Marco Bianchi, precedentemente condannato a 24 anni per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, è imputato insieme al padre Ruggiero e a due […]

Si avvicina la prescrizione per il caso di sevizie agli animali di cui sono accusati i membri della famiglia Bianchi. Oggi si è svolta la seconda udienza al Tribunale di Velletri, in cui Marco Bianchi, precedentemente condannato a 24 anni per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, è imputato insieme al padre Ruggiero e a due loro conoscenti di Artena.

Tuttavia, il tribunale ha posticipato la decisione relativa alle richieste di costituzione di parte civile avanzate da varie associazioni animaliste, tra le quali Lav, Enpa, la Lega Nazionale per la Difesa del Cane e Animalisti Italiani. La nuova data d’udienza è fissata per il 3 ottobre.

Gianluca Felicetti, presidente della Lav, era presente in tribunale e, attraverso l’avvocato Mazzi, ha espresso il desiderio di costituirsi parte civile. Le parole dell’associazione sono chiare: “Daremo coraggio e forza alle accuse contro i responsabili di chi ha ucciso senza distinzione esseri indifesi come poi è stato con Willy”.

Fratelli Bianchi rischio prescrizione

Le indagini sull’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il giovane di origine capoverdiana brutalmente assassinato a Colleferro nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020, hanno portato alla luce altri episodi inquietanti. La Procura di Velletri, esaminando cinque telefonini dei fratelli Bianchi, precedentemente sequestrati in un’indagine antidroga, ha scoperto video datati 2017 e 2019 in cui venivano documentate uccisioni di animali, precisamente un uccello e una pecora.

Gli investigatori sottolineano come questi video dimostrino “come l’indole violenta degli imputati sia una costante”.

Una delle descrizioni più raccapriccianti riguarda la pecora: i carabinieri hanno dettagliato come “con un’arma da fuoco da caccia, alla presenza del Bianchi che riprendeva con il cellulare, veniva sparato sulla pecora provocando ferite gravi e successiva morte”.

L’atteggiamento nei confronti dell’animale ferito e morente denota una profonda insensibilità, qualcosa che la maggior parte delle persone considererebbe aberrante.

Mentre il processo continua, c’è la crescente preoccupazione che la prescrizione possa intervenire e che i Bianchi possano evitare ulteriori condanne.

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