Il 10 giugno 2023, Kata è scomparsa dall’ex hotel Astor dove risiedeva con la madre e il fratello. La sparizione della piccola ha scosso l’opinione pubblica. Le indagini, negli ultimi tempo, si sono concentrate nuovamente dove tutto è cominciato: l’Astor. Il palazzo, ex hotel, era occupato abusivamente da Sud Americani e stranieri dell’est Europa e sin da subito gli inquirenti hanno sospettato che dietro la sparizione della bimba di 5 anni ci fossero questioni legate a conti in sospeso tra gli occupanti dell’hotel. Dopo tre mesi di indagini inconcludenti, ieri la Procura ha ufficialmente notificato gli avvisi di garanzia a cinque ex occupanti dell’hotel, ora indagati per la scomparsa di Kata.
Kata scomparsa, la svolta nelle indagini cinque persone indagate
I cinque indagati sono ora al centro delle indagini, poiché si sospetta che possano detenere informazioni cruciali o essere direttamente coinvolti nella scomparsa della bambina. In particolare, le autorità vogliono effettuare “accertamenti tecnici irripetibili” per determinare la presenza di materiale biologico o genetico. Sotto analisi borsoni, trolley e rubinetti di diverse stanze dell’hotel, dove sono state ritrovate tracce ematiche, che verranno confrontate con il DNA di Kata.
Una nota rilasciata dalla Procura rivela ulteriori dettagli inquietanti. Tre dei cinque indagati sono stati ripresi dalle telecamere di sorveglianza nel giorno della sparizione di Kata. I tre avevano con loro un borsone e due trolley di dimensioni tali da poter nascondere un corpo. Gli indagati hanno usato poi gli stessi borsoni per sgomberare l’Astor lo scorso 17 giugno.
Durante le perquisizioni effettuate l’11 giugno, sono state trovate tracce di una “presunta sostanza ematica” nei rubinetti dei bagni di tre stanze diverse. Che queste tracce possano portare alla soluzione del caso della scomparsa di Kata. L’augurio è che le tracce di sangue non corrispondano e che la piccola venga trovata sana e salva.