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Casalbordino, Giulio Romano scampò all’altra strage

“La morte lo ha inseguito”. Lo dicono a bassa voce i parenti di Giulio Romano, stretti intorno ai suoi due fratelli, Luca e Antonio, entrambi geometri, che annuiscono con un cenno della testa e ricordano quello che accadde alla Sabino Esplodenti di Casalbordino il 21 dicembre 2020: un’altra esplosione e altri tre operai morti. “Giulio […]

“La morte lo ha inseguito”. Lo dicono a bassa voce i parenti di Giulio Romano, stretti intorno ai suoi due fratelli, Luca e Antonio, entrambi geometri, che annuiscono con un cenno della testa e ricordano quello che accadde alla Sabino Esplodenti di Casalbordino il 21 dicembre 2020: un’altra esplosione e altri tre operai morti. “Giulio era lì con loro, quel giorno, ma due ore prima ebbe un mal di pancia e andò a casa”, raccontano, come riporta il Corriere.

Un collega di Giulio: “Era felice, aveva ritrovato l’amore”

Nel weekend è in programma una fiaccolata, annuncia Giovanni Di Risio, un amico di Giulio Romano: “L’avevo visto un mese fa — racconta sempre al Corriere — era felice.

Mi ha detto: Giovanni, ho ritrovato l’amore: si era trasferito nel paese di Scerni con la sua nuova fidanzata romena. Era separato, ma sempre legatissimo a sua figlia Lorenza che ha 18 anni e ora sarà distrutta”.

“La fabbrica deve chiudere — dice Giovanni Di Risio — perché il nostro comune ha già pagato dazio una volta. E invece l’hanno riaperta, dopo la strage del 2020, senza nemmeno attendere il processo”.

Casalbordino, indetto il lutto cittadino

Filippo Marinucci, il sindaco di Casalbordino, accusa: “È accaduto di nuovo e questo è inammissibile.

 Io non dico che la fabbrica deve chiudere, perché si tratta di lavoro, ma deve essere fatto in sicurezza, qui non stiamo parlando di fuochi d’artificio, stiamo parlando di bombe, l’incidente è sempre dietro l’angolo”. Insieme ai sindaci di Lanciano e Palata, i due Comuni d’origine degli altri due lavoratori morti, Marinucci ha dichiarato il lutto cittadino. A Lanciano dove viveva Fernando Di Nella, sono stati sospesi gli spettacoli di piazza. A Palata tutti piangono Gianluca De Santis, padre di due bimbi, che per oggi si era preso il permesso per portare il più piccolo al nido.

Ma ora a Casalbordino ci sono anche i 30 sfollati delle case intorno alla polveriera da sistemare. E il futuro delle 70 famiglie degli operai, adesso che la fabbrica verrà messa di nuovo sotto sequestro: «Lo Stato adesso dovrà provvedere», ammonisce il sindaco Marinucci.

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