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Alluvione Marche: “L’acqua me l’ha strappato dalle mani”. Il racconto shock della mamma di Mattia

Pubblicato: 15/09/2023 15:27

“È passato un anno ma il ricordo di quella notte maledetta non mi abbandona mai. L’auto galleggiava sul fango, io tentavo di rassicurare mio figlio. Dovevano chiudere la strada”. Queste le due parole di Silvia Mereu, una giovane mamma che, lo scorso anno, durante l’alluvione nelle Marche, ha perso il suo Mattia, di soli 8 anni. Il 15 settembre 2022 Silvia era in macchina con il figlio e stava tornando a casa quando l’auto è stata travolta dall’acqua. “Abbiamo abbandonato la macchina che si è spenta per l’acqua che ha invaso la strada” ha raccontato la donna a Repubblica ed ha poi continuato dicendo: “Mi sono sentita in colpa perché io mi stavo salvando e Mattia era scomparso, afferrato dalle mie spalle da quel mare rabbioso. È difficile andare avanti – dice – quando perdi tutto quello che avevi. Per questo chiedo con forza che le indagini si concludano al più presto per dare almeno la riposta alla nostra unica domanda: “Perché Matti è morto?”.

La donna ha poi raccontato i tratti salienti di quella drammatica nottata e dell’angosciosa attesa durante le ricerche del figlio, trovato morto otto giorni dopo. “Avevo Mattia sulle spalle e cercavo di nuotare ma quel mare in tempesta sulla strada ha raggiunto almeno i cinque metri d’altezza e scorreva alimentato da una forza tale che ha trascinato via Matti. Mi hanno messa in salvo intorno alle 22,30 ma di certo sono rimasta priva di sensi per molto tempo. Il fango nelle orecchie mi è rimasto per due mesi, la polmonite è durata per settimane”.

Un racconto drammatico che culmina con la descrizione della routine della donna, distrutta da un evento tanto crudele: “Non riesco più ad abitare stabilmente nella nostra casa e non voglio che nessuno ci entri. Ci vado quasi ogni giorno e piego i vestiti di Matti, sistemo, per non perdere la routine di mamma che non ho più. La sua stanza è rimasta identica all’ultimo giorno che è uscito da lì, con tutti i peluche per aria e quel disordine allegro che solo lui riusciva a portare in casa”.

Infine l’indignazione per il fatto che, a distanza di un anno, ci siano 13 vittime ma nessun indagato, come se la tragedia, non avesse investito minimamente gli organi competenti in materia.