La Lega torna in primo piano riscoprendo uno dei suoi principali cavalli di battaglia: il crocifisso. Grazie all’intervento della deputata Simona Bordonali, è stato presentato un nuovo progetto di legge alla Camera che propone l’obbligo del crocifisso in ogni luogo pubblico, dalle scuole ai porti. Chi non si adeguerà potrebbe ricevere una multa che arriva fino a 1000 euro.
Quest’ultima iniziativa leghista non è affatto una novità. A partire dal 2018, varie proposte del genere sono state avanzate ma poi messe da parte tra numerose polemiche.
Una precursore in questa direzione è stata la Regione Lombardia. Già nel 2011, sotto la spinta del partito di Matteo Salvini, era riuscita a far approvare una spesa di 2500 euro per crocifissi da esporre negli edifici pubblici regionali. Non molto tempo dopo, questa ondata di fervore religioso ha spostato il suo epicentro da Nord a Roma.
Nel marzo del 2018, è stata la deputata Barbara Saltamartini a portare la questione al centro dell’attenzione con il progetto di legge 287. Questo, appoggiato dai colleghi leghisti, proponeva l’introduzione del crocifisso in pressoché ogni ufficio pubblico, estendendo la proposta anche alle sedi diplomatiche all’estero. Il motivo? Il crocifisso, secondo la deputata, rappresenta il “valore universale della civiltà e della cultura cristiana”. Una sentenza del Consiglio di Stato del 1988 è stata poi citata dalla Lega come base legale per sostenere tale proposta.
Il dibattito non si è limitato alla Camera. Nell’area del Nord-Est, da cui la Lega trae le sue origini, la battaglia si è intensificata. A Trieste, Angela Brandi, assessora leghista, ha proposto e ottenuto l’obbligo del crocifisso nelle aule e un limite di studenti stranieri per classe al 30%. Nel Veneto, il governatore Luca Zaia ha incentivato la costruzione di presepi nelle scuole con un contributo di 250 euro, mentre a Trento sono stati stanziati ben 50.000 euro per una scorta privata ai fedeli della basilica di Santa Maria Maggiore.
Il simbolismo religioso è diventato parte integrante dell’identità del partito, tanto che Salvini è stato immortalato su un murales con una tunica da prete, bibbia e crocifisso in mano, a evocare una sorta “esorcismo nazionale”.
Tuttavia, nel settembre 2021, la sentenza n. 24414 della Cassazione ha tentato di chiudere il dibattito, affermando che il crocifisso può essere esposto solo se lo vuole la comunità scolastica. Questa decisione potrebbe però essere invalidata da una futura legge. E così, nonostante i cambiamenti, il progetto fa il suo ritorno in aula, e la crociata del Carroccio continua senza sosta.