“L’ho portato con me e abbiamo fatto il viaggio insieme…” così incomincia il racconto di un giovane nordafricano che, durante il suo viaggio verso l’Italia ha trovato un bimbo solo nel deserto e l’ha portato con sé. Il bimbo di circa tre anni, non è stato ancora identificato, non si conosce il suo nome né la sua nazionalità e per ora, è all’hotspot di contrada Imbriacola, nella sezione per i bambini e le madri sole. Di lui si stanno occupando amorevolmente i i volontari della Croce Rossa e Save the Children che con l’aiuto di psicologi e psichiatri tentano di farlo raccontare qualcosa circa la sua vita.
Il giovane migrante arrivato a Lampedusa con il bimbo, sostiene che con lui non abbia mai parlato e che si è solo limitato a stringergli la mano durante il lungo viaggio. Ha poi raccontato: “L’ho trovato nel deserto, era solo, abbandonato. L’ho portato con me per salvarlo, ma non è un mio familiare e non so come occuparmene. Non potevo lasciarlo morire da solo nel deserto, così l’ho portato con me e abbiamo fatto il viaggio insieme…”.
Non è ancora chiaro il passato del bimbo ma a Lampedusa è già scattata la gara di solidarietà per prenderlo in affido, almeno sino al momento in cui verrà ufficialmente formalizzata l’adozione.
La sua sorte sarà decisa dal Tribunale dei minori di Palermo, il quale deve verificare, come prevede la legge, se ci sono parenti sul territorio e, in subordine, se ci sono richieste concrete di affido da parte di “soggetti idonei”. A quel punto il Tribunale nominerà un tutore e il bambino verrà inserito in una struttura adeguata per l’età. I giudici dovranno poi ratificare le misure di accoglienza. Se necessario, è possibile anche un intervento urgente di presa in carico da parte di un reparto di Neuropsichiatria infantile.