Bruxelles ha lanciato un doppio affondo nei confronti del governo Meloni sulla gestione dell’emergenza migranti. Inizialmente, è stata posta una pausa sul Memorandum con la Tunisia, seguita dalla sospensione dei negoziati sul nuovo Patto per l’Asilo e i Migranti. La presidente del Consiglio italiana, in una recente sessione del Consiglio europeo, aveva esaltato questi sviluppi. Ma ora, l’intera iniziativa sembra perdere slancio, dato che l’Europarlamento terrà le sue sedute conclusive in aprile.
Ma cosa è davvero successo? Per l’approvazione di una legge UE è fondamentale il consenso tra Parlamento, Commissione e Consiglio. L’Eurocamera, però, ha deciso di mettere in pausa la discussione sul testo che tratta del database europeo per le richieste d’asilo. Alla base di questo stallo, la disarmonia nel Consiglio UE sulla gestione delle crisi migratorie. Paesi sovranisti come Ungheria e Polonia sono tra i principali oppositori. Questi stati non vogliono concedere alla Commissione il potere di proclamare una crisi migratoria, preferendo che tale autorità resti nelle mani degli stati nazionali. Questa stessa critica viene rivolta alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, riguardo al Memorandum con la Tunisia.
L’efficacia della strategia per limitare l’immigrazione irregolare dall’Africa verso l’Italia è ora in bilico. Non ci sono garanzie che venga approvata entro la fine della legislatura europea.
Le complicazioni con la Tunisia rappresentano il secondo colpo per il governo italiano. L’accordo con Tunisi è stato messo in discussione da vari stati, tra cui Francia e Germania, per presunte violazioni dei Trattati europei. Questo ha portato al blocco dei primi 150 milioni di euro destinati al governo tunisino. La questione verrà affrontata nuovamente durante la riunione del Consiglio dei ministri UE degli Interni, prevista per il 28 settembre.
L’accordo raggiunto a luglio con la Tunisia è ora in stallo, con molte voci che sostengono che né la presidente della Commissione né la premier italiana avessero il diritto di firmarlo.
La conclusione è che il governo Meloni, nonostante le dichiarazioni di solidarietà, sembra ancora una volta isolato sul palcoscenico europeo, incapace di costruire un consenso, nemmeno con gli alleati dell’Est Europa. Frontex si è impegnata ad aumentare il sostegno all’Italia, ma queste sono soluzioni temporanee che non affrontano il cuore del problema.