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Fa uccidere il marito da due sicari, il linguaggio in codice con i killer che l’ha incastrata

Pubblicato: 27/09/2023 13:05

Il deus ex machina del piano delittuoso ordito per uccidere Salvatore Bramucci è lei: la moglie Elisabetta Bacchio. Per il pool inquirente, carte alla mano, non ci sono dubbi.

Omicidio Bramucci, l’agguato nel silenzio delle campagne cimine

Sono le 8 del mattino del 7 agosto 2022, quando il silenzio delle campagne cimine viene sconquassato da cinque colpi di pistola.  Un agguato premeditato, pianificato nei dettagli, come emerse all’epoca, con un commando ad attendere la preda a pochi passi dalla sua abitazione, sulle strade circondate dai noccioli della Tuscia. Per quel brutale delitto le indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Viterbo, coordinati dal sostituto procuratore Massimiliano Siddi, portarono già all’arresto della cognata della vittima, Sabrina Bacchio, e di due romani, Lucio La Pietra Antonio Bacci, considerati gli esecutori materiali dell’assassinio. Adesso la svolta: anche la moglie della vittima, pregiudicato per usura, è finita in carcere. 

Omicidio Bramucci, i dettagli dell’agguato

Cinque furono i colpi esplosi contro la Chevrolet Captiva guidata da Bramucci, due direttamente in pieno volto: il gruppo di fuoco aveva già tentato, secondo gli inquirenti, almeno altre due volte di programmare l’omicidio. I killer avevano anche effettuato dei sopralluoghi, studiato persino le possibili vie di fuga: a bordo di una Smart bianca e di una Giulietta grigia – riprese dalle telecamere della zona – il gruppo aveva atteso l’uscita dalla propria abitazione del 58enne, bloccandogli la strada e sparando i numerosi colpi. L’inchiesta aveva subito portato a una “talpa” interna alla famiglia in grado di fornire agli assassini precise informazioni sugli spostamenti di Bramucci. Grazie ai tabulati telefonici e alle app che rintracciano i cellulari, i carabinieri avevano ricostruito rapidamente lo scenario del delitto. Numerosi i contatti della cognata Sabrina e il Bacci, detto “er marchese”, persino la sera prima del delitto tra i due ci furono tre telefonate, ricostruisce il Corriere.

Omicidio Bramucci, la moglie al sicario: “Uscirà alle 8”

“Nino, mi fai sapere per il motore per mia suocera, calcola che non esce più alle 9 ma alle 8. Capito? Per organizzarmi”. Così Bacchio al killer, indicandogli l’orario anticipato di uscita di Bramucci, con cui la donna risultava in pessimi rapporti, tanto da aver anche sporto denuncia contro il cognato. Gli arresti dei due romani, originari di Guidonia, erano arrivati a poco più di un mese dal delitto, seguiti da quello della cognata. La moglie Elisabetta Bacchio invece, secondo chi indaga appare come ideatrice e mandante dell’omicidio del coniuge, “la fonte originaria delle preziose informazioni necessarie al gruppo di fuoco per la pianificazione dell’azione delittuosa”. I due gestivano un canile in zona, Bramucci era ai domiciliari perché condannato per usura, ma aveva facoltà di muoversi alcune ore al giorno.

I maltrattamenti

Secondo le indagini, la donna imputava al marito una serie di maltrattamenti. Oltre al fatto di lasciarla segregata in casa. “Non ce la faccio più”, avrebbe detto al telefono proprio alla sorella in più occasioni, scrive Open. La 46enne avrebbe rivoluto la sua libertà e, pur di ottenerla, avrebbe progettato con la sorella l’omicidio.

La notizia, nel piccolo centro di Soriano nel Cimino, ha letteralmente sconvolto la popolazione.

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