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Palermo e la Esselunga: come sarebbe andata la storia della pesca

Pubblicato: 28/09/2023 12:22

La mamma guarda dalla finestra la bambina che esce dal portone. È ansiosa, ormai lei è grande, va in seconda elementare, ma il fardello che porta nel cuore è troppo pesante per lei. 

Ormai sono passati due anni da quando gliel’hanno detto. Sarà come prima, avrai sempre un papà ed una mamma che ti vogliono bene da morire.

Solo che avrai due case, con due stanzette tutte per te, e doppi giocattoli. 

Lei guarda giù, lui piegato sulle ginocchia abbraccia la figlia. Lei sa bene perché non stanno più insieme. E pensare che gliel’ha presentata giusto lei quella “pulla” (zoccola). 

Lui alza lo sguardo e la vede. 

Lei pensa: guarda pure, si vede benissimo che hai lo sguardo colpevole. Stronzo. I “piccioli” che guadagni, e di cui mi lesini gli spiccioli, in enterogermina ti devono finire, montagne di miliardi di integratori intestinali. 

Lui si volta e pensa: ma chi minchia ci taliava? Vive a casa mia, che me nanno mi lassò, e “sparte” si lamenta.

Entra in macchina e protettivo gli dice: Jessica mettiti la cintura che quella scassam… ehm la tua dolce mammina vuole che la metti, ci sta guardando ancora dalla finestra.

Lei si mette la cintura e lo guarda intensamente.

Poi gli dice: la mamma ti manda questo, dice che capirai.

E gli porge un pruno.

Questo ti ha detto la mamma? E si volta verso la finestra.

Lei lo guarda e sorride mentre sugge con la bocca un altro pruno.

Jessica parla: dice la mamma che lei ne mangia uno più grosso di quello tuo, e gli piace tanto.

Certo amore…

Lui guarda verso la finestra e pensa. Chi sì tr…

Lei lo vede e sorride soddisfatta. In fondo volersi bene è l’importante, pensa prima di andare al mercato del Capo. 

Noi l’Esselunga non l’abbiamo. E le pesche non ci rappresentano, nonostante le pesche di Bivona e quelle di Leonforte. Noi abbiamo i pruni.