Una scossa di terremoto di magnitudo 6 è stata registrata in Giappone alle 11 ora locale (le 4 in Italia) al largo dell’arcipelago delle isole Izu ed è stato diramato un avviso di possibile tsunami. Lo riporta SkyTg24.
Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) italiano e del servizio di monitoraggio geologico statunitense Usgs, il sisma ha avuto ipocentro a circa 15 chilometri di profondità ed epicentro a sudovest dell’isola di Torishima. L’Agenzia meteorologica giapponese (Jma) ha emesso un avviso di possibile onda anomala di circa un metro di altezza per le coste delle isole Izu e di lieve variazione dei livelli del mare per quelle del Giappone meridionale.
Tsunami, fenomeno apocalittico: come funziona
Il termine “tsunami” deriva dalla lingua giapponese e significa “onda del porto“. Questi fenomeni, spesso chiamati erroneamente “onde di marea“, sono in realtà enormi onde generate da eventi geologici sottomarini, come terremoti, eruzioni vulcaniche o frane. Nonostante la loro potenza devastante, molte persone non sono pienamente consapevoli dei rischi associati ai tsunami e di come prepararsi ad affrontarli.
La causa principale dei tsunami sono i terremoti sottomarini, in particolare quelli che si verificano lungo le faglie tettoniche. Quando le placche tettoniche si muovono, possono causare un improvviso sollevamento o abbassamento del fondale marino. Questo spostamento d’acqua genera onde che si propagano in tutte le direzioni.
Altre cause possono includere eruzioni vulcaniche, frane sottomarine e, in rari casi, impatti di meteoriti nell’oceano.
A differenza delle onde normali, che hanno una lunghezza d’onda corta e si rompono vicino alla costa, i tsunami hanno una lunghezza d’onda molto lunga e possono viaggiare ad alta velocità, fino a 800 km/h. Quando raggiungono acque poco profonde vicino alla costa, la loro velocità diminuisce ma la loro altezza aumenta, portando a onde altissime e devastanti.
Le conseguenze di un tsunami possono essere catastrofiche. Oltre alle perdite umane, i danni alle infrastrutture, alle abitazioni e all’ambiente possono essere enormi e richiedere anni per essere riparati.