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Messaggi vocali: ecco le regole su quando inviarli e ascoltarli

Pubblicato: 07/10/2023 19:57
Messaggi vocali: diffuse le regole su quando inviarli e ascoltarli

È un’esperienza che abbiamo vissuto tutti, quella di condividere una chat con qualcuno che amava mandare compulsivamente messaggi vocali: spesso, totalmente inutili o inopportuni.

Nati come alternativa alla chiamata telefonica -pratica che ormai, diciamolo, non siamo più abituati ad utilizzare e colleghiamo istintivamente ad un’idea boomer della comunicazione– la situazione è subito degenerata dal momento in cui molte persone lo hanno trasformato nel loro palco personale, il mezzo assoluto per trasformarsi in campioni e campionesse del monologo anarchico. 

È così dunque che si finisce per vivere l’esperienza di cui si parlava all’inizio: aprire con dito tremante una chat e scoprire di avere un messaggio vocale della durata di 5 minuti da ascoltare, nel quale alla fine il fulcro del messaggio stesso era “tardo di 5 minuti”.

Il galateo dei messaggi vocali: quando inviarli e quando -e come- ascoltarli

Spesso la stessa fruizione di un messaggio vocale è un problema: siamo ad una riunione, in una situazione complessa, a cena con il partner e preferiremmo non doverci isolare per ascoltare un messaggio -o semplicemente non vogliamo negare a chi sta con noi la nostra compagnia per via di un messaggio. Insomma, i messaggi vocali possono essere una salvezza ma anche una croce se non si stabiliscono delle regole per utilizzarli. Ci ha provato il Washington Post, che in collaborazione con l’istituto di galateo Emily Post Institute ha pubblicato un vero e proprio galateo su come si gestiscono, su quando ascoltarli, su quando mandarli e soprattutto cosa fare se chi li riceve non ne è il fan numero uno.

Le regole nel mandarli: solo se necessario e solo se possibile.

La regola aurea, a quanto pare, è una: mandare un messaggio vocale solo se serve davvero: se ad esempio si è impossibilitati a scrivere, o se l’utilizzo della voce è fondamentale per esprimere al meglio le nostre emozioni. Cantare “tanti auguri a te”, ad esempio, fa più effetto che scriverlo, è innegabile.

Nell’inviare un messaggio vocale occorre anche pensare a cosa potrebbe essere intento a fare colui che lo riceverà: se sappiamo che è ad una veglia funebre, è inutile pensare di avere una risposta a breve, ad esempio, ed è inutile dunque utilizzarlo se serve una risposta nel breve termine.

Capire l’altro: come capire se non vuole ascoltarti via messaggio

Ci sono sottigliezze che la gente adotta per far capire di non amare i messaggi vocali: tendenzialmente, risponde con messaggi scritti. Se vi capita la stessa cosa, può essere utile saper interpretare questo segnale e rispettare il volere dell’altro.

Per chi ascolta: non a tutti interessa ascoltare con te

A chi non è capitato di essere su un mezzo pubblico e ritrovarsi partecipe di una conversazione a lui estranea? A molti, a quanto pare, piace ascoltare i messaggi vocali in vivavoce, senza valutare che quella conversazione interessa solo a loro.

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Ultimo Aggiornamento: 07/10/2023 20:04