La tensione tra Israele e Gaza continua ad alimentare le cronache internazionali. Tra le molteplici storie di dolore e paura, emerge quella di Yaffa Adar, una donna di 85 anni, rapita da Hamas e portata a Gaza. La sua storia è diventata simbolo del dramma che stanno vivendo centinaia di famiglie israeliane.
Secondo fonti locali, sono tre le fazioni armate palestinesi di Gaza che tengono in ostaggio civili israeliani: Hamas, Jihad islamica e Brigate dei Martiri di Al Aqsa. Queste fazioni, in particolare Hamas, detengono sia civili che militari in tunnel o case sicure. Si stima che il numero di prigionieri a Gaza sia di circa 100.
Tra gli ostaggi, vi sono bambini, anziani e stranieri, rapiti per strada, nei kibbutz o dalle loro abitazioni. Una fonte non ufficiale riportata dal Jerusalem Post afferma che almeno 750 israeliani sono scomparsi dall’attacco di sabato di Gaza contro Israele.
Ma è la storia di Yaffa Adar che ha colpito il cuore di molti. La sua nipote, Adva Adar, ha condiviso sui social la foto della nonna, circondata da palestinesi su un veicolo, coperta da una coperta rosa. Nel suo post, Adva racconta del rapimento di Yaffa da parte di Hamas mentre si trovava in uno dei kibbutz. “Mia nonna, che ha fondato il kibbutz e che credeva nei sionisti, è stata rapita e abbandonata dal Paese che amava”, scrive la nipote.
La disperazione di Adva è palpabile: “Probabilmente è stata gettata chissà dove, senza medicine, cibo o acqua. Lei, che è malata e soffre di forti dolori. Nessuno ci parla, nessuno ci dice niente”. Con il cuore infranto, Adva lancia un appello: “Condividete il post. Spero che arrivi a persone che forse possono aiutarci”.
La storia di Yaffa Adar è solo una delle tante tragedie che emergono da questa crisi. Ma è un monito potente sulla fragilità della vita e sulla necessità di trovare una soluzione pacifica a un conflitto che ha causato troppo dolore.