C’è una svolta nel caso di Alessandra Ollari, 53enne scomparsa da mesi nel Parmense: adesso si indaga per omicidio volontario. Lo scrive la Gazzetta di Parma. La donna era uscita di casa per andare a fare la spesa al supermercato e non era più rientrata. Questo, almeno, era stato il racconto del compagno, Ermete Piroli, quando, a fine giugno, si era presentato nella caserma die carabinieri per denunciare la scomparsa di Alessandra.
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Alessandri Ollari, tutti i misteri della scomparsa
Un presunto caso di allontanamento volontario, dunque, ma con troppi punti interrogativi. A casa della donna, ad esempio, sono rimasti tutti i documenti, il portafoglio con le carte di credito e gli occhiali, anche se lei è fortemente miope.
A riaccendere i riflettori sulla misteriosa vicenda, è stata la trasmissione Chi l’ha visto?, a cui si sono rivolte alcune telespettatrici facendo delle segnalazioni sul compagno della 53enne. Hanno parlato di un personaggio con caratteristiche da predatore di donne fragili. Ed è anche spuntata una condanna a un anno per molestie ai danni di una donna disabile. Lo riporta La Stampa.
Ma c’è di più: Alessandra Ollari era in realtà nell’ombra già da mesi, perché di lei nessuno aveva più notizie molto prima della sparizione “ufficializzata” poi dal compagno. Parenti ed amici non la vedevano, né sentivano più ormai da molto tempo. La sua amica dei tempi dell’università, ad esempio, dice di non avere più contatti con lei da oltre un anno. In più una parrucchiera di Calestano, che ha in affitto il negozio proprio della donna scomparsa, sostiene di averla sentita l’ultima volta nel maggio del 2022.
Lui invece aveva detto di averla vista l’ultima volta il 29 giugno. Piuttosto strano anche il fatto che l’uomo fosse in possesso del cellulare della donna e che avesse dichiarato di avere trovato la password del dispositivo e di aver ricevuto su quel numero due chiamate da parte di un uomo di nome Stefano.
Al momento, il fascicolo aperto per omicidio è contro ignoti. “Fin dalla denuncia della scomparsa – riporta il quotidiano di Torino – c’è sempre stata grande attenzione a questo caso: si è lavorato da subito”, ha spiegato il procuratore Alfonso D’Avino, senza, tuttavia, aggiungere altro.