Ha fatto subito il giro del web la notizia dell’arresto del cantante neomelodico Tony Colombo e della moglie Tina Rispoli. Secondo le accuse, la coppia intratteneva rapporti illegali con il clan napoletano dei Di Lauro di Scampia. La Rispoli, come noto, era la moglie del boss scissionista Gaetano Marino, ucciso in un agguato a Terracina il 23 agosto del 2012. Ora dalle carte dell’inchiesta della Procura di Napoli emergono le prime intercettazioni degli arrestati, effettuate dai carabinieri del Ros. E sono rivelazioni bomba.
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Le intercettazioni che inguaiano Tony Colombo e Tina Rispoli
“Adesso stanno a posto perché il cantante gli ha pulito tutti i soldi”, afferma in una delle intercettazioni un affiliato al clan Di Lauro, comandato in quel momento da Vincenzo, 48enne secondogenito del boss di Scampia ‘Ciruzzo ‘o milionario’. “Tony Colombo aveva un debito con Tina Rispoli di cinquecentomila euro maturato nel 2012 dopo la morte di Gaetano Marino”, racconta invece ai magistrati il collaboratore di giustizia Gennaro Carra.
Dunque, secondo i magistrati napoletani, Tony Colombo dopo il matrimonio con Tina Rispoli si ritrova “fidelizzato al clan con un mutuo così oneroso da non poter essere restituito e quindi legato sempre più da un vincolo anche personale alla Rispoli”. “Sto preparando uno spot per la radio. Prendiamo tutto il popolino. Quelli che spendono. Li distruggiamo tutti”, scrive Colombo su Whatsapp a Di Lauro junior nel 2017 parlando del progetto che riguarda il marchio di abbigliamento ‘Corleone’.
“Vincenzo voleva fare una società con Tina Rispoli eventualmente sfruttando la visibilità mediatica di Tony, per un marchio di abbigliamento a nome Corleone”, conferma il collaboratore di giustizia Salvatore Tamburrino. Nelle intercettazioni un’amica di Raffaele Rispoli, fratello di Tina, definisce la moglie di Tony Colombo “una donna che comanda gli uomini, comanda i fratelli ed è stata capace di raddoppiare i suoi investimenti”. Inoltre i carabinieri del Ros ritengono che la casa discografica del cantante neomelodico venisse utilizzata da Vincenzo Di Lauro per “incontri riservati con esponenti di vertice di altri clan”.
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