
Il governo italiano guidato da Meloni ha annunciato la decisione di reintrodurre i controlli al confine con la Slovenia, suscitando domande e preoccupazioni sul motivo di questa mossa apparentemente improvvisa. Dietro questa decisione, c’è un’allarme specifico legato all’Europa orientale che ha spinto il Ministro degli Interni, Piantedosi, a prendere azione. L’allarme proviene dal comitato di analisi strategica antiterrorismo ed è legato alla possibilità di infiltrazione di “lupi solitari” in Europa attraverso questa via.
Il percorso balcanico è stato identificato come una possibile via privilegiata per l’ingresso di individui radicalizzati in Europa. La preoccupazione principale riguarda le falle nei controlli lungo questo percorso, che hanno permesso l’ingresso illegale di migliaia di individui. La polizia e i servizi segreti hanno sottolineato la mancanza di fotosegnalazioni e identificazioni lungo questa rotta, rendendo estremamente difficile il monitoraggio e il controllo di chi entra in Italia da Est.
Frontiera sguarnita
Di fatto, fino a ora la frontiera orientale dell’Italia è rimasta in gran parte sguarnita, contrariamente alle procedure rigorose applicate ai flussi migratori provenienti dal Sud. Mancando dati biometrici e foto identificative dei nuovi arrivi, questa situazione ha aperto una potenziale porta d’ingresso per individui non identificati provenienti da regioni problematiche.
L’incremento degli ingressi illegali dal confine orientale nel corso del 2023 ha destato ulteriori preoccupazioni. I servizi di intelligence hanno indicato la “polveriera balcanica” come punto di transito per i radicali islamici e hanno segnalato la possibilità di invio in Europa di militanti di gruppi terroristici come Daesh e al Qaeda. Questi individui potrebbero avvalersi del supporto logistico all’interno delle diaspore locali per compiere azioni terroristiche non strutturate contro obiettivi occidentali.
L’attenzione si è concentrata anche sul fronte interno, con circa cinquanta individui “attenzionati” dagli investigatori per radicalizzazione in Italia. Questi individui comprendono richiedenti asilo e persone integrate nella società italiana. Nel corso dell’anno in corso, 54 individui sono stati espulsi per motivi di sicurezza dello Stato.
Minaccia di azioni violente
La reintroduzione temporanea dei controlli di frontiera, che sarà in vigore dal 21 ottobre per dieci giorni, rinnovabili fino a sei mesi, rappresenta una risposta alle crescenti preoccupazioni sulla sicurezza nazionale. Questa mossa non è unica in Europa, con diversi paesi che hanno adottato misure simili per affrontare le minacce crescenti. Il governo italiano ha giustificato tali azioni affermando che il livello di minaccia di azioni violente è aumentato anche all’interno dell’Unione Europea.
In conclusione, la decisione del governo italiano di reintrodurre i controlli al confine con la Slovenia è guidata da preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale, alla crescente minaccia di infiltrazioni terroristiche e all’incapacità di identificare adeguatamente chi entra in Italia da Est. Mentre queste misure temporanee possono sollevare questioni sulla libera circolazione all’interno dell’Unione Europea, rappresentano un tentativo di mitigare potenziali rischi per la sicurezza del paese.