Intanto cominciamo a dare solidarietà alla Premier Meloni. È inciampata su un problema antropologico. L’italiano ha si avuto la prima donna Premier della sua Storia, ma non era culturalmente pronto. Svolgere un ruolo ancillare ad una donna risultò ostico pure a Filippo di Edimburgo con Elisabetta II, nonostante i precedenti di altre donne regnanti. L’italiano è ormai fuori dal tempo, che ha sancito l’emancipazione e la crescita in tutti i campi delle donne, una conquista faticosa, soprattutto in Italia, terra conservatrice e culturalmente arretrata rispetto ad altre democrazie occidentali. Noi abbiamo ancora il concetto del merlo maschio, imperituramente impersonificato da Lando Buzzanca negli anni 70, e siamo ancora là. Stare sottomesso ad una donna, per sua progressione di carriera, può essere accettato da un uomo di enormi capacità culturali e di intelligenza emotiva, non dal normale maschio di razza italica.
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Giambruno e le giambrunate: un fiume non arginato che ha sfondato la diga meloniana
Purtroppo la Meloni ha fatto una scelta privata, incontestabile, inadeguata per quello che è stato il suo percorso politico. Quando l’ha fatta non era Premier, né era prevedibile che lo diventasse. Se un errore ha commesso la Premier è stato invece quello di accettare la mela avvelenata di Mediaset, del progresso di carriera e di sovraesposizione – cosa che un maschio non sufficientemente attrezzato a queste cose non sa gestire – che il suo compagno ha avuto. Per una politica preparata come lei doveva essere chiaro che poteva essere un rischio. Il suo ricordo pensiamo va ad un anno fa, quando esternò “non sono ricattabile”, ma sapendo, e Berlusconi fece qualche allusione, che aveva un tallone d’Achille. Per gli antichi romani la matrona virtuosa per eccellenza era Cornelia, figlia di Scipione l’africano, e madre dei Gracchi. Una persona che sta accanto al sistema del potere non solo deve essere irreprensibile, ma apparire tale. Certo tra questa antica tradizione di “mores” romana e il comportamento bauscia di Giambruno c’è un abisso incolmabile. La Meloni doveva intervenire prima, a nostro avviso, quando le giambrunate erano di contesto politico. La vicenda avrebbe avuto una dimensione politica, e la separazione dei percorsi non gli avrebbe nociuto sul piano del rating internazionale, anzi l’avrebbe consolidata. Ma avrebbe tolto, per scopi di Stato, un padre alla sua piccola figlia. E non se l’è sentita. Io sono una donna, sono una madre, ha avuto il sopravvento sulla ragion di Stato. Oggi la separazione dei cammini della coppia non avviene per scopi di Stato, ma per altri allusivi scopi. Quelli da maschio banale. Non siamo certi di nulla quando i fatti sono privati, probabilmente non sono un fulmine a ciel sereno, ma la dimensione stra pubblica, internazionale, di una Premier del G7 è evidente a chiunque. Ricordatevi cosa successe alla Premier di un piccolo Stato come la Finlandia per molto meno.
Una cosa è certa: l’uomo italiano ci fa una figura di niente a livello mondiale da accapponare la pelle. È la sindrome di Silvio che ancora aleggia sul Paese.