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Armita non ce la fatta, la sua unica colpa? Togliersi il velo

Pubblicato: 22/10/2023 15:56
Armita Garawand Morte celebrale

Nel cuore di Teheran, la tragica storia di Armita Garawand, una giovane di soli 16 anni, ha scosso l’Iran e il mondo intero. Vittima di un brutale attacco da parte della cosiddetta “polizia della morale” il 1 ottobre, la ragazza è stata ridotta a uno stato di coma irreversibile a causa delle ferite craniche riportate nell’incidente.

Da quando è stata ricoverata all’ospedale Fajr di Teheran, le condizioni di Armita si sono deteriorate costantemente. La speranza di un risveglio si è gradualmente dissolta, gettando nell’angoscia la gioventù iraniana e suscitando indignazione a livello globale.

Questo tragico caso richiama alla mente la scomparsa, un anno fa, di Mahsa Amini, una giovane di 22 anni che perse la vita per lo stesso motivo, scatenando una serie di proteste giovanili in tutto il paese.

Altre due condanne

In concomitanza con questa tragica notizia, un tribunale iraniano ha emesso dure condanne nei confronti di due coraggiose giornaliste: Niloofar Hamedi, 31 anni, e Elaheh Mohammadi, 36 anni. Entrambe avevano coperto la morte di Mahsa Amini e le successive proteste. Le accuse contro di loro, “collaborazione con il governo ostile degli Stati Uniti” e “propaganda contro il sistema“, sono state respinte dai loro avvocati. Queste coraggiose giornaliste avevano semplicemente fatto il loro lavoro, ma sono state accusate addirittura dal ministero dell’intelligence iraniano di essere agenti della CIA.

Le loro condanne a 12 e 13 anni di carcere gettano un’ombra oscura sulla libertà di stampa in Iran e sollevano domande sulla giustizia nel paese.

Mentre l’Iran continua a far fronte a queste tragiche vicende, il mondo osserva con preoccupazione e spera che giustizia e diritti umani possano essere garantiti per tutti i suoi cittadini, indipendentemente dalle circostanze.

Ultimo Aggiornamento: 22/10/2023 15:58