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La tempesta perfetta, Nello Scavo: “C’è una guerra mondiale ‘a pezzi’”

Pubblicato: 25/10/2023 09:53

Il 10 settembre del 2022 i capi di Hamas hanno incontrato a Mosca il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov. Alla loro partenza ci fu una sua nota che li ringraziava per la condivisione del percorso. Ecco, oggi a distanza di un anno ci facciamo un sacco di domande. Nello Scavo, 51 anni, inviato di Avvenire, è di ritorno dall’Ucraina e dal Nagorno-Karabakh, due aree attraversate dalla guerra sferrata da Putin l’una, e dal conflitto domestico (e non solo) nella regione caucasica tra Georgia e Azerbaigian. Pochi giorni in Italia e poi una prossima partenza per il Medio-oriente. Per raccontare l’ennesimo scontro armato con migliaia di vittime, da testimone sul campo di quanto sta accadendo dopo l’offensiva terroristica scatenata lo scorso 7 ottobre dagli estremisti di Hamas. E nella speranza mai provata finora -rivela – di poter essere lì a dire che è “scoppiata la pace”.
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Che situazione pensa di poter trovare laggiù?

Non è facile andare lì e parlare di cosa sta accadendo – dice il giornalista a The Social Post – anche perché non ci sono colleghi internazionali a Gaza: le notizie arrivano solo dai giornalisti palestinesi presenti. Sappiamo che sono morti 19 giornalisti in questi giorni e il grande dramma di un inviato è trovarsi ai confini di un conflitto e non poterci entrare. Una condizione che, attenzione, può anche essere voluta da una parte degli attori in campo, proprio perché non si vuol far conoscere cosa esattamente sta accadendo lì.

Di cosa dovremmo essere più preoccupati di fronte a questa nuova guerra molto vicina anche a noi?

Sono molto preoccupato di quello che potrebbe accadere in alcuni scenari non lontani da lì. Pensiamo all’Iran soprattutto: la guerra in Ucraina – è l’analisi di Scavo – ha costituito uno spartiacque: per noi l’aver rinunciato al gas russo ha portato a delle conseguenze. Una è che oggi noi ci approvvigioniamo nell’Azerbaigian che pochi giorni fa ha compiuto un blitz per scacciare i separatisti armeni del Nagorno-Karabakh. Ecco, quello è il principale corridoio degli iraniani per raggiungere la Georgia, e poi la Russia, attraverso la Turchia. Per cui oggi gli azeri possono permettersi certe azioni nel silenzio della comunità internazionale, che non può rinunciare al loro gas alle porte dell’inverno. Questo scenario si inserisce nel conflitto israelo-palestinese.
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In che misura, quali sono i punti di contatto?


È una sorta di tempesta perfetta – dice l’inviato di Avvenire – perché la comunità internazionale fa molta fatica a districarsi. E perché se tocchi un tassello altri rischiano di precipitare. Sulla questione ostaggi, che può avere pesanti ripercussioni su tutti gli attori occidentali, un’ipotesi è che Hamas potrà trattenerli il più a lungo possibile per frenare l’offensiva di terra israeliana, e poter negoziare. Ma anche per Netanyhahu, che ha molti problemi con la giustizia in patria e che tenterà di evitarli, o rinviarli per più tempo possibile. Tutto questo influisce sulle comunità occidentali che spingono a negoziare, come storicamente fa l’Italia, per scongiurare l’allargamento del conflitto di cui parlavamo.

Ma il disegno di Putin qual è? Sembra essere di retroguardia, Ucraina a parte.

È molto difficile capirlo se non capiamo cosa sta accadendo al Cremlino. La guerra di logoramento in Ucraina sta logorando Vladimir Putin e il suo imporre con la violenza alcune misure lo testimonia. Non è prossima una rivoluzione della popolazione russa, anzi, ma lui ha disseminato in questi anni una serie di bombe a orologeria in Europa, e non solo, nella nostra indifferenza o quasi. Pensiamo alla Moldavia il più piccolo e più povero stato della Ue, dove la questione Transnistria russa, con il suo enorme arsenale post Unione Sovietica, sta di fatto dentro i confini europei. E all’altra, non nota, Gagauzia: questa, riconosciuta dalla Moldavia e turcofona e sostenuta economicamente e militarmente da Ankara ed è filo-russa. Poi c’è il Kosovo, sempre sul punto di esplodere. Tutto questo – avverte Scavo – poi è replicato in Medio-oriente, come sappiamo pensando alle presenze e influenze russe su Iran appunto, Siria e anche Libano. Ecco, il nodo Israele-Palestina può tracimare e innescare questa serie di bombe a orologeria.

Un quadro inquietante, considerando poi che a questo va aggiunto lo scenario mediterraneo.

Sì. Anche qui basta guardare alla Libia, dove la presenza russa è notevole. O alle nazione sub sahariane, dove la presenza dei Wagner è ora considerata un’incognita dagli stessi capi di Stato che li ospitano. Insomma, non abbiamo imparato molto dalle crisi di questi ultimi decenni, a cominciare dall’Afghanistan. Oggi Papa Francesco parla di terza guerra mondiale combattuta a pezzi e non ha tutti i torti. L’atlante dei conflitti non esclude ormai nessun continente e molti dei protagonisti sono gli stessi, così come le armi usate. Molte anche italiane, certo: tanti tra questi attori importanti della guerra me le hanno esibite con una certa soddisfazione. Quasi fosse un vestito firmato.

Quali errori abbiamo commesso, come Occidente, per non impedire che si arrivasse a tutto questo?

Intanto non abbiamo imparato dalle crisi di questi ultimi decenni, a cominciare dall’Afghanistan, da dove la più grande coalizione militare mai vista sul pianeta è fuggita davanti ai barbuti talebani. Ma poi – sottolinea Scavo – anche noi giornalisti siamo colpevoli di non aver insistito troppo coi nostri direttori per andare in quelle zone di crisi del mondo. Io, come molti giovani giornalisti, mi sono formato seguendo soprattutto i flussi migratori, oltre ad alcuni conflitti. Molti reportage sono ad altezza d’uomo, fattore che ha il vantaggio della prossimità e lo svantaggio del non vedere il contesto nella sua ampiezza. Quello che manca tante volte nelle redazioni e avere qualcuno che sappia inquadrare e leggere questo quadro d’insieme. Per Gaza è andata così: c’è una crisi umanitaria da tantissimi anni, oltre due milioni di persone sono confinate nell’area più densamente popolata del mondo. E oggi che c’è internet di tutto questo abbiamo informazioni e conoscenza, mentre chi vive lÏ conosce il resto del mondo e si fa le sue idee e aspirazioni.

Ultimo Aggiornamento: 25/10/2023 14:35