Antonio Ricci, il creatore di “Striscia la Notizia,” ha condiviso la sua versione dei fatti, mettendo in evidenza le controversie riguardanti i fuorionda di Andrea Giambruno e la sua rottura con la premier Giorgia Meloni. In un’intervista al Corriere della Sera, Ricci ha difeso la pubblicazione dei fuorionda di Giambruno, affermando che erano “assolutamente coerenti con le cose da lui dette in onda.”
Tuttavia, l’attenzione principale si è concentrata sulla reazione di Giorgia Meloni, che sembra non aver gradito la sua versione dei fatti. Ricci ha dichiarato che “la premier soprattutto non ha sopportato la chiusa sulla mia versione dei fatti: la pioggia che si può trasformare in arcobaleno. Il significato è che certe posizioni così rigide, da pietra, potrebbero anche in maniera positiva trasformarsi in un’apertura verso un mondo che ha bisogno di diritti, certezze e anche regolamentazione.”
L’accusa a Giorgia
Tuttavia, ciò che ha suscitato ulteriori discussioni è il fatto che Giorgia Meloni non abbia menzionato le ragazze coinvolte nei fuorionda. Ricci ha notato che “non ha speso neppure una parola per le ragazze coinvolte.”
Per quanto riguarda la tempistica della pubblicazione dei fuorionda, Ricci ha spiegato di averli tenuti in serbo per due mesi, sperando che Giambruno avrebbe fornito ulteriori informazioni o rivelazioni. Ma quando ciò non è accaduto, ha deciso di renderli pubblici. Ha suggerito che ci potrebbe essere stato un avvertimento implicito nell’atteggiamento dell’allora First Gentleman.
Ricci ha anche menzionato un incontro futuro con Pier Silvio Berlusconi e ha descritto Pier Silvio come qualcuno che “vuole piacere a tutti.” Per quanto riguarda Marina Berlusconi, Ricci ha dichiarato di non averla mai sentita al telefono né di averla vista di persona da molti anni. Ha suggerito che potrebbe essere costantemente impegnata nel lavoro di correzione dei testi degli scrittori Einaudi e Mondadori.
Infine, Antonio Ricci ha voluto sottolineare che non ha commesso alcun reato pubblicando i fuorionda, citando una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che lo riconosce come legittimo. Ha dichiarato che può dire la verità senza timore, nonostante la sua natura di non essere creduto. La sua storia continua a suscitare interesse e dibattito sulla libertà di stampa e la sua incidenza sulla politica italiana.