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Henry Winkler, Fonzie, parla della dislessia: “All’apice del successo mi sentivo inadeguato”

Pubblicato: 31/10/2023 12:22

L’amato Arthur Fonzarelli di Happy Days, al secolo Henry Winkler, festeggia il suo 78esimo compleanno con la sua autobiografia “Being Henry. The Fonz… and beyond”, che uscirà per Celadon Books oggi negli Usa, in Canada, Regno Unito e in molti Paesi del Commonwealth.

Fonzie, gli effetti della celebrità e la lotto contro la dislessia

Un libro di memorie in cui Winkler esplora “gli effetti della celebrità per tutta la vita e la lotta per restare integri”, raccontando della sua infanzia difficile, della sua lotta con una grave forma di dislessia e delle pressioni subite dopo il ruolo che lo ha reso celebre. In un estratto pubblicato da PeopleWinkler ha parlato delle difficoltà affrontate durante la realizzazione di Happy Days a causa della dislessia, problema che gli è stato diagnosticato solo in età adulta. Winkler ha raccontato che, durante l’infanzia, la sua famiglia non comprendeva il suo disturbo dell’apprendimento e anzi metteva in ridicolo la sua difficoltà nella lettura e nella comprensione. “Ho scoperto di essere gravemente dislessico solo all’età di trentuno anni. Per tutti gli anni precedenti, ero il ragazzo che non sapeva leggere, non sapeva scrivere, non sapeva nemmeno iniziare a fare algebra o geometria e nemmeno l’aritmetica di base”, scrive nel suo memoir.

Fonzie e il grande imbarazzo sul set di ‘Happy Days’

“Anche nel bel mezzo di Happy Days, all’apice della mia fama e del mio successo, mi sentivo imbarazzato, inadeguato. Ogni lunedì, alle dieci, facevamo una lettura a tavolino della sceneggiatura di quella settimana, e a ogni lettura perdevo il punto o mi bloccavo. Lasciavo fuori una parola, una riga. Non riuscivo mai a dare l’attacco giusto, il che avrebbe poi rovinato la battuta per la persona che faceva la scena con me. Oppure fissavo una parola, come ‘invincibile’, e non avevo idea di come pronunciarla o addirittura di come suonasse”, continua l’attore. “Io e il mio cervello eravamo su due binari differenti. Nel frattempo gli altri attori aspettavano fissandomi: era umiliante e vergognoso. Tutti nel cast erano affettuosi e solidali, ma sentivo costantemente che li stavo deludendo. Chiedevo di avere prima le sceneggiature, in modo da poterle leggere più e più volte, il che ha messo ulteriore pressione sugli scrittori, che erano già sotto pressione ogni settimana, dovendo preparare ventiquattro sceneggiature in rapida successione. Tutto questo all’apice della mia fama e del mio successo, mentre interpretavo il ragazzo più figo del mondo”.

I libri per bambini

Anni dopo, quando al suo figliastro Jed, figlio di sua moglie Stacey Weitzman, racconta Repubblica, fu diagnosticato lo stesso disturbo, Winkler scoprì che il suo problema aveva un nome: “Ero così dannatamente arrabbiato” scrive, “tutta l’infelicità che avevo attraversato era stata inutile. Tutte le urla, tutte le umiliazioni, tutte le discussioni urlanti in casa mia mentre crescevo… Era genetico. Non era il modo in cui avevo deciso di essere. E poi sono passato dal provare questa rabbia enorme a combatterla”. L’attore, infatti, si è impegnato molto per sensibilizzare su questo argomento e ha anche scritto due libri per bambini, Here’s Hank e Hank Zipzer, the World’s Greatest Underachiever, il cui protagonista, Hank Zipzer, è un bimbo di nove anni che soffre proprio dislessia.

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2023 12:29