
“Come sto? Ancora vivo”. Ha risposto così Papa Francesco al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci. In un’intervista esclusiva il Papa ha espresso la sua profonda preoccupazione per la situazione attuale in Medio Oriente e in altre parti del mondo, sottolineando la necessità di dialogo e pace. “Ogni guerra è una sconfitta. Non si risolve nulla con la guerra. Tutto si guadagna con la pace, con il dialogo“, ha affermato il Papa, aggiungendo che le recenti violenze e prese di ostaggi nei kibbutz israeliani rappresentano un ulteriore segno della sconfitta umana di fronte al conflitto.
Il Pontefice ha evidenziato l’importanza dell’accordo di Oslo e della soluzione “due popoli, due Stati”, con Gerusalemme che goda di uno status speciale. Ha anche espresso la sua preoccupazione per la possibilità di un’escalation mondiale dei conflitti, evidenziando l’implicazione diretta di situazioni come quelle in Israele, Palestina e Ucraina, ma anche l’importanza di non dimenticare altri conflitti in corso, come quelli in Kivu, Yemen e Myanmar.
Papa Francesco ha inoltre denunciato l’industria delle armi, sottolineando che “il mondo è in guerra ma c’è l’industria delle armi dietro”. Ha raccontato di una conversazione con un esperto di investimenti, il quale gli ha confermato che le fabbriche di armi rappresentano oggi uno dei settori più redditizi.
Il Papa ha anche affrontato il tema dell’antisemitismo, riconoscendo che, nonostante la Shoah, l’odio nei confronti degli ebrei non è completamente scomparso. Ha fatto riferimento a episodi di antisemitismo tra i giovani e ha esortato a una maggiore consapevolezza e impegno per combattere questo fenomeno.
I suoi amici a Gaza
Papa Francesco ha inoltre parlato della sua connessione personale con i religiosi a Gaza, rivelando di chiamarli quotidianamente per esprimere la sua vicinanza e il suo sostegno. Ha menzionato la presenza di una suora argentina e di un parroco egiziano, padre Yussuf, che si trovano attualmente a Gaza, sottolineando la difficile situazione in cui versano.
L’intervista ha toccato anche il tema dei viaggi del Papa in Ucraina e in Russia, rivelando il desiderio del Pontefice di visitare entrambi i paesi per promuovere il dialogo e la pace. Papa Francesco ha anche parlato del suo impegno per la liberazione dei prigionieri e della sua prossima visita a Dubai per la Cop28 sul clima.
Infine, rispondendo a una domanda sul calcio, Papa Francesco ha espresso la sua ammirazione per Pelé, definendolo “un uomo di un cuore” e “un grande signore”, pur riconoscendo il talento di Maradona e Messi.
Papa Francesco, le parole sullo scoppio della guerra in Ucraina: cosa fece
Bergoglio ha anche parlato di ciò che fece il secondo giorno del conflitto in Ucraina, e dei suoi tentativi di mediare con entrambe le potenze: “Il secondo giorno della guerra in Ucraina sono andato all’ambasciata russa, ho sentito che dovevo andare lì e ho detto che ero disposto ad andare da Putin se serviva a qualcosa. L’ambasciatore bravo, ha finito adesso, un funzionario della Russia. E da quel momento ho avuto un buon colloquio con l’ambasciata russa”. A quanto pare ha anche lavorato molto per la liberazione di prigionieri: “Quando io presentavo dei prigionieri, io andavo lì e loro liberavano, hanno liberato anche da AZOV. Insomma l’ambasciata si è comportata molto bene nel liberare le persone che si potevano liberare. Ma il dialogo si è fermato lì”. Ci fu infatti l’intevento di Lavrov: “In quel momento mi scrisse Lavrov: ‘Grazie se vuole venire, ma non è necessario’. Io volevo andare da entrambe le parti”.