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Donna ebrea pugnalata in casa a Lione

Pubblicato: 04/11/2023 19:39

In una tranquilla zona residenziale di Lione, la comunità è stata scossa da un vile atto di violenza che porta con sé l’eco di un odio antico. Una donna ebraica, nella forza dei trent’anni, è stata brutalmente aggredita nel pomeriggio di oggi, secondo quanto riportato da fonti della polizia e dal quotidiano locale Le Progrès.

L’episodio si è consumato quando qualcuno ha bussato alla porta dell’abitazione della donna. Al suo aprire, è stata accolta da un assalitore, descritto come vestito di nero e con il volto celato, che senza esitazione l’ha pugnalata due volte. La vittima, per fortuna, non è in pericolo di vita, ma l’aggressione ha lasciato una ferita ben più profonda, data la natura evidente del gesto.

Subito dopo l’attacco, l’aggressore ha lasciato sul legno della porta di casa della donna un simbolo che da secoli è un monito di terrore: una svastica, incisa come per sigillare con il marchio dell’odio l’azione appena compiuta.

Le forze dell’ordine sono intervenute tempestivamente, e attualmente sono al lavoro per ricostruire l’accaduto e dare la caccia al fuggitivo. Intanto, la televisione BFM riporta la paura e il disorientamento che regnano tra i residenti della zona, e soprattutto all’interno della comunità ebraica, profondamente colpita da questo atto di ferocia gratuita.

Antisemitismo, sempre più preoccupazione

Questo attacco non è solo un atto di violenza individuale, ma un gesto che risveglia il dolore di una storia troppo spesso macchiata da simili episodi di intolleranza e odio. Gli occhi sono ora puntati sull’indagine in corso, con la speranza che la giustizia possa prevalere e che atti simili possano trovare un argine nella solidarietà e nell’impegno civile di tutti.

In un mondo che lotta per la tolleranza e l’inclusione, incidenti come questo rappresentano un campanello d’allarme sulla necessità di continuare a combattere contro ogni forma di antisemitismo e discriminazione. La comunità di Lione, così come l’intera Francia, si trova di fronte all’urgenza di rispondere con forza e unità, per affermare che l’odio non avrà mai l’ultima parola.