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Campi Flegrei: il sollevamento del suolo è legato a una “sorgente deformativa”

Pubblicato: 08/11/2023 23:00
Campi Flegrei causa sorgente deformativa

Un recente studio pubblicato sul ‘Journal of Volcanology and Geothermal Research‘ ha portato nuova luce sui meccanismi sottostanti il fenomeno del bradisismo ai Campi Flegrei, una delle aree vulcaniche più densamente popolate e storicamente attive. Il lavoro, frutto della collaborazione tra l’Università di Bologna e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, indica che il sollevamento dell’area è influenzato principalmente da un volume cilindrico di roccia, situato a circa 2 chilometri sotto la superficie terrestre. Questo cilindro, alto 500 metri e con un diametro di 5 chilometri, secondo i ricercatori, ha contribuito ai notevoli sollevamenti del suolo registrati tra il 1982 e il 1984 e sembra essere nuovamente attivo.

Massimo Nespoli, ricercatore dell’Università di Bologna e primo autore dello studio, sottolinea che le recenti serie di sollevamenti del suolo degli ultimi 18 anni corrispondono alla riattivazione di questa sorgente deformativa. I modelli suggeriscono che i fluidi caldi e pressurizzati all’interno del sistema idrotermale della caldera giocano un ruolo primario, piuttosto che il movimento del magma.

La ricerca mette in evidenza come la sismicità e il sollevamento possano essere spiegati efficacemente senza dover attribuire un ruolo predominante all’ascesa magmatica. Il fenomeno del bradisismo, caratterizzato da sollevamenti e abbassamenti del suolo, è ben documentato nella zona dei Campi Flegrei e ha mostrato due significativi episodi di sollevamento nel XX secolo, oltre a una storia vulcanica che risale a 47 mila anni fa.

Andrea Billi dell’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Cnr avverte che, nonostante i progressi tecnologici, prevedere gli sviluppi futuri della crisi bradisismica rimane una sfida. Gli episodi di sollevamento del suolo, come quello del 1984 che raggiunse quasi 1,8 metri accompagnato da migliaia di terremoti di bassa magnitudo, dimostrano la potenziale gravità del fenomeno.

Il sollevamento in atto dal 2005, con un aumento della sismicità, soprattutto sotto il cratere della Solfatara, rimane sotto osservazione. Gli esperti consigliano massima attenzione e prudenza nelle previsioni, enfatizzando la necessità di monitorare costantemente l’area per meglio comprendere e gestire i rischi associati a questa particolare attività geologica.